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Giappone, fuga degli investitori nonostante le opportunità

10/30/2018

La regione offre un rendimento sugli utili del 7%-8% e del 2% sul dividendo, favorendo così l’azionario rispetto alle obbligazioni giapponesi decennali, che offrono un rendimento poco oltre lo zero


Gli investitori stranieri hanno sensibilmente ridotto le loro esposizioni al mercato Giapponese. Una presa di posizione piuttosto estrema secondo l'analisi di Robin Black, co-gestore del Kames Global Equity Income Fund.

Il motivo delle vendite è da rintracciare nella paura dello scoppio di una guerra commerciale a livello globale. Un timore che si è contrapposto al momentum positivo degli utili e alle interessanti valutazioni, facendo perdere all’indice Topix il 3,1% da inizio anno (al 09/10/2018). 

 

"Tutto ciò, però, ha reso l’indice un’opportunità eccezionale rispetto ad altri mercati. Con un multiplo di 13 volte il rapporto prezzo/utili e di 1,3 volte il book value, il Giappone ha valutazioni allettanti e crediamo che il momentum degli utili qui sia migliore rispetto a molti altri Paesi, specialmente nel caso in cui la debolezza dello Yen dovesse persistere. Lo sconto era appropriato quando il Giappone era meno redditizio, ma adesso il rendimento sul capitale ha raggiunto livelli simili a quelli europei e i margini di profitto si sono più che duplicati rispetto agli anni 90" commenta l'esperto.

 

"La regione offre un rendimento sugli utili del 7%-8% e del 2% sul dividendo, favorendo così l’azionario rispetto alle obbligazioni giapponesi decennali, che offrono un rendimento poco oltre lo zero. Ciò significa che il rendimento sul dividendo è di quasi il 2% superiore al ritorno sull’obbligazionario. La situazione negli Usa è all’opposto: l’indice S&P offre un rendimento inferiore al 2%, mentre il ritorno sul decennale statunitense supera il 3%" prosegue l'analisi Black.

 

Ci sono inoltre possibilità di cambiamenti strutturali, da una parte la Bank of Japan ha pianificato il ribasso del rendimento del decennale e per una larga parte del 2016 ha operato una politica di tassi di interesse negativi. Questa è stata una mossa ardita da parte di un organismo così conservativo come la banca centrale giappone. Dall'altra invece le società hanno aumentato il loro dividendo e stanno rivalutando la loro propensione a trattenere la liquidità.

Conclude l'esperto di Kames Capital con un esempio: "Il produttore di pneumatici Bridgestone: il pay-out del dividendo è raddoppiato negli ultimi 5 anni, anche se con oltre 5 miliardi di dollari di cassa in pancia, qualcuno potrebbe dire ci si possa attendere una remunerazione ancora maggiore per gli azionisti". 

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