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È ancora tempo di politiche monetarie accomodanti

6/17/2019

L’economia mondiale è vulnerabile agli shock come l’aumento delle tensioni commerciali, che minaccia le esportazioni e l’investimento di capital. Ecco cosa succederà secondo Schroders


L'economia avrebbe dovuto stabilizzarsi grazie a tre fattori: allentamento delle tensioni commerciali USA-Cina, banche centrali più flessibili e prezzi del petrolio più bassi. Due di questi sono venuti meno e ora bisogna fare affidamento su politiche monetarie accomodanti per sostenere l’economia.

"A partire dalla crisi finanziaria, vi è stata una carenza di domanda nell’economia mondiale, con la riduzione dell’indebitamento delle famiglie statunitensi e la Cina che ha iniziato ad affrontare il problema dei debiti di bassa qualità nel sistema bancario. Il risultato è un tasso di crescita relativamente basso, cioè una ‘stagnazione secolare’. Di conseguenza, l’economia mondiale è vulnerabile agli shock come l’aumento delle tensioni commerciali, che minaccia le esportazioni e l’investimento di capitale. L’economia globale sembra ormai una bicicletta traballante, che può ribaltarsi al minimo dissesto della strada" spiega Keith Wade, chief economist and strategist, Schroders.

 

Per il 2019 Schroders prevede una crescita globale del 2,8%, mentre per il 2020 ha tagliato le nostre stime rispetto a tre mesi fa, dal 2,7% al 2,6%. Per quanto riguarda l’inflazione, nel 2019 ci aspettiamo che sia +2,6% a livello globale, e +2,3% negli USA.

"Il nostro scenario di base prevede che gli USA e la Cina si muoveranno lentamente nella direzione di un accordo commerciale entro la fine dell’anno, a seguito del quale entrambe le parti ritireranno i più recenti aumenti dei dazi. Sebbene un percorso lineare verso l’accordo sia improbabile ed è invece possibile che ci sarà una significativa volatilità di mercato, Trump vorrà impedire che i consumatori USA siano colpiti da prezzi più alti con l’avvicinarsi di una sua possibile ri-elezione nel 2020" prosegue l'esperto.

 

A quello di base si contrappongono degli scenari alternativi, il primo è una ‘recessione globale, USA esclusi’, nel quale l’outlook per la Cina e l’Europa si deteriora significativamente. Un altro è recessione negli USA nel 2020’: sebbene la curva dei rendimenti negli Stati Uniti sia tornata positiva, i nostri modelli suggeriscono che essa è ancora compatibile con un rischio significativo di recessione per il prossimo anno. Entrambi questi scenari avrebbero un impatto deflazionistico sull’economia mondiale. Stimiamo la probabilità di questi sviluppi al 14% complessivamente.

"In termini di probabilità, l’equilibrio dei rischi si è spostato in una direzione leggermente più stagflazionistica negli ultimi tre mesi, in gran parte a causa dell’aumento delle tensioni commerciali. In ogni caso, i rischi complessivi pendono chiaramente nella direzione di una crescita più debole di quella prevista nel nostro scenario di base".

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