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Brexit, tre anni fa il referendum: la reazione dei mercati

6/24/2019 | Daniele Riosa

Sterlina deprezzata mentre il FTSE 100, principale benchmark azionario britannico, è prossimo al suo massimo storico


Jean-François Jolivalt, multi asset fund manager di La Française AM, esamina il comportamento dei mercati britannici nei tre anni trascorsi dal referendum sulla Brexit. Innanzitutto la sterlina “si è fortemente deprezzata rispetto alle valute dei maggiori partner commerciali del Regno Unito. Dopo aver raggiunto il massimo decennale di £0,7 per un euro durante la maggior parte del 2015, la divisa britannica è precipitata a £0,85 per un euro poco dopo l’annuncio della Brexit (valore al 6 luglio 2016)".

"Da allora, ha scambiato in una forchetta compresa fra £0,85 per un euro e £0,92 per un euro Ogni volta che il caos politico si intensifica, la sterlina si avvicina al limite superiore di questa forchetta. Lo stesso vale per il cambio rispetto al dollaro USA. Il pound si è deprezzato a 1,26 dollari (valore al 10 giugno 2019): un valore non distante dal minimo storico degli ultimi 40 anni. Nel breve termine, l’outlook rimane poco chiaro ma non vi è dubbio che una hard Brexit implicherebbe una caduta assai brusca della sterlina”.

“I mercati azionari – continua l’analista – mostrano tuttavia una traiettoria differente. Il FTSE 100, principale benchmark azionario britannico, è prossimo al suo massimo storico. Le azioni di società britanniche votate all’export, come quelle attive nel settore delle risorse naturali, hanno spinto in alto il listino mentre le aziende più esposte al mercato interno sono più in sofferenza”.

Mentre “i titoli britannici stanno scambiando sulla base di uno dei rapporti forward P/E più bassi rispetto a quelli dei principali Paesi sviluppati e offrono rendimenti da dividendo anch’essi fra i più alti. Ciò potrebbe garantire un certo aiuto al mercato nel caso di una hard Brexit. Sul fronte dei tassi, la Bank of England, divisa fra un’economia relativamente forte e l’evolvere del processo di uscita dalla Ue, ha mantenuto un tono neutral”.

“Ad ogni modo, il GILT decennale ha seguito l’inedito rally globale e ha raggiunto il minimo storico di 0,81% nei primi giorni di giugno 2019”, conclude Jolivalt.

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