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Allianz GI: 2020 la crescita rallenta, è caccia al rendimento

10/22/2019

La view di Neil Dwane per il prossimo anno tiene conto di fattori come la geopolitica, i tassi di interesse bassi e l'inflazione. Ecco cosa ha raccontato intervenendo a Milano con la stampa specializzata


Crescita globale in rallentamento, incertezza diffusa e mancanza di fiducia da parte degli investitori. Inizia con questa view di Allianz Global Investors la lunga stagione che ci porterà dritti verso il 2020.

Neil Dwane, global strategist, Allianz Global Investors ha incontrato la stampa specializzata a Milano: "Le banche centrali continueranno a utilizzare le leve politiche a loro disposizione per cercare di stimolare la crescita economica, ma ci domandiamo quanto spazio avranno per agire. I tassi di interesse sono stati negativi in ​​Giappone e L'Europa da qualche tempo e la Federal Reserve americana ha ripreso a tagliare tassi già bassi. Tuttavia, mentre questo ambiente accomodante ha supportato azioni e altre attività finanziarie, nello stesso momento non ha ripristinato abbastanza crescita o fiducia".

 

 

Secondo l'esperto un elemento che ha fatto la differenza durante il 2019 "è stata il marcato deterioramento della liquidità in dollari USA, causato dalla Fed che ha operato una riduzione sulle dimensioni del suo bilancio attraverso un restringimento quantitativo. Con il dollaro che attira l'88% di tutto le transazioni in valuta estera, secondo la Banca dei regolamenti internazionali, le richieste in dollari superano quello che possono supportare le riserve del sistema bancario statunitense". 

 

Se si tiene conto della geopolitica, nonostante sia stata derubricata da molti come semplice "rumore di sottofondo", il colpo d'occhio a livello globale è impressionante: Brexit, politica italiana, crisi turca, tensioni commerciali tra gli Stati Uniti la Cina e l'Europa. Un equilibrio davvero sottile destinato a essere un elemento disruptive per l'intero mercato. Nel Regno Unito ad esempio vale la pena monitorare con attenzione l'andamento della sterlina, un indicatore importante per comprendere le ripercussioni dell'accordo di uscita dall'Unione europea. 

In questo mare magnum, durante il 2019, le tensioni commerciali hanno contriuito a delineare i due pesi massimi che si contenderanno la leadership mondiale anche e soprattutto in ambito tecnologico. 

Secondo l'analisi di Dwane: "Le aziende e i paesi potrebbero dover scegliere quale ecosistema utilizzare in questo ambito. Guerra fredda tecnologica. Ciò potrebbe interferire ulteriormente con le catene di approvvigionamento delle società tecnologiche globali, molte delle quali devono affrontare un rinnovato controllo normativo". 

 

"Altri temi da tenere d'occhio nel 2020 includono la sicurezza petrolifera e alimentare. Mentre i prezzi del petrolio sono stati relativamente stabile quest'anno - in bilico nella fascia di 50-70 USD al barile - in aumento le tensioni geopolitiche nel Il Medio Oriente potrebbe fare pressione sull'approvvigionamento di petrolio. Allo stesso tempo, il cambiamento climatico sta spingendo più investitori lontano dai combustibili fossili, fornendo all'industria meno capitale per la crescita e gli investimenti. La catena di approvvigionamento alimentare è anche più vulnerabile di quanto molti pensino di scambiare tensioni, modelli meteorologici anomali e focolai di malattia. L'inflazione dei prezzi alimentari è una delle "flazioni" più gravi: in alcuni casi, esso rallenta la crescita economica attraverso l'inflazione salariale; nei casi più gravi, mette in pericolo la vita" prosegue l'esperto di Allianz GI.

 

In un'ultima analisi inoltre megatrends globali diventeranno i temi di investimento. Dwane si riferisce a "urbanizzazione, tecnologica, risorse ambientali in deterioramento, sostenibilità, demografia ed economia legata agli animali"; non solo, la Generazione Z rappresenterà lo zoccolo duro degli investitori e risparmiatori di domani. "Preferiscono un sistema comunicativo fatto di immagini e video, sono più proponesi all'acquisto online e rappresenteranno una vera e propria disruption dei consumi".

Prosegue anche quest'anno (che si prefigura tutt'altro che facile), la caccia al rendimento. "Gli investitori europei e giapponesi saranno guarderanno con favore verso il mercato americano, asiatico e verso il debito dei mercati emergenti"

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