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Mercati del credito, puntare sulle strategie di qualità

12/6/2019 | Redazione Advisor

Villamin: (UBP): “Esiste la possibilità di una volatilità a breve termine sotto la superficie ottimistica di questo settore”


“A livello globale stanno emergendo segnali di ripresa economica, portando sollievo agli investitori che per gran parte del 2019 hanno dovuto riconciliare la crescita dei mercati con l’indebolimento delle economie”. Norman Villamin, cio wealth management di Union Bancaire Privée (UBP), spiega che “l'economia americana sembra infatti essere vicina alla fine del suo mini-ciclo e come in passato la Federal Reserve e la Banca centrale europea stanno attivamente allentando la politica monetaria per arrestare il rallentamento economico”.

In passato, “i mini-cicli del 2012-2013 e del 2015-2016 sono culminati in eventi creditizi che hanno portato ad azioni di carattere più aggressivo. È incoraggiante il fatto che nell’ultimo periodo la Fed e la BCE si siano mosse in modo più proattivo nel chiaro tentativo di prevenire tali eventi, soprattutto alla luce della perdurante instabilità dei mercati monetari statunitensi che dura da settembre. Con le misure straordinarie della Fed, la liquidità in dollari è però tornata solamente al punto in cui era all'inizio del 2019, mostrando come sia necessario un maggior lavoro per mitigare in modo più duraturo i rischi di uno shock di liquidità come quello osservato a settembre, specialmente con l’avvicinarsi della fine dell’anno e della “tax season” di marzo-aprile”.

“Inoltre – continua l’esperto - mentre in generale i mercati del credito hanno riportato un rally nelle ultime settimane, stanno emergendo segnali di stress in alcune aree del mercato del credito USA, tra cui le obbligazioni ad alto rendimento a basso rating, i prestiti a leva finanziaria e i prestiti garantiti. sono sempre più selettivi nei confronti dei rischi che sono disposti a sostenere. Fortunatamente, la Federal Reserve e la Banca centrale europea nelle ultime settimane hanno coordinato il loro approccio per allontanare la prospettiva di crescenti segni di stress creditizio e/o illiquidità nei mercati delle obbligazioni societarie. Infatti, alla fine del 2018 e nuovamente a metà del 2019, la Fed e la BCE hanno attivato delle politiche il cui scopo era quello di contenere un prolungato ampliamento degli spread creditizi e i segnali di illiquidità che stavano emergendo nei mercati del credito sia in dollari che in euro”.

Guardando al futuro, “sebbene questi fattori di stress possano diffondersi da aree di nicchia al più ampio mercato del credito, prevediamo che entrambe le banche centrali rimarranno reattive a qualsiasi segnale di stress, contribuendo a rassicurare coloro che investono nel credito societario in dollari e in euro. Di conseguenza, guardiamo con interesse a strategie di credito attive focalizzate sulla qualità in grado di guardare oltre gli aumenti di volatilità a breve termine, qualora dovessero emergere nel credito corporate sia in dollari sia in euro. Sembra improbabile che i bond emergenti in dollari possano beneficiare di una reattività simile della FED e della BCE in caso di stress creditizio. Tuttavia, se tale tensione dovesse spingere uno o entrambi gli istituti ad agire, il debito dei mercati emergenti sarebbe il primo a beneficiarne nel lungo periodo”.

“Nel complesso – conclude Villamin - nonostante i segnali di ripresa economica, esiste la possibilità di una volatilità a breve termine sotto la superficie ottimistica dei mercati del credito. In questo segmento preferiamo quindi un approccio incentrato sulla qualità e ‘hold to maturity’ per affrontare questa volatilità. Allo stesso tempo, gestiremo in maniera attiva e opportunistica i nostri più ampi portafogli di attività ‘risk-off’ per garantire un'ammortizzazione sufficiente nel caso in cui si verifichino tali eventi di mercato e fino a quando la Federal Reserve non ripristinerà con successo un contesto di liquidità costruttiva di fronte alle crescenti esigenze di rifinanziamento delle società USA e del governo degli Stati Uniti negli anni a venire”.

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