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E ora di puntare sulle large cap. Ecco perché

6/8/2020 | Redazione Private

Calef (Notz Stucki): “Le aziende a cui viene favorito un accesso ai prestiti più agevole sono principalmente quelle grandi e con bilanci solidi”


Giacomo Calef, country manager di Notz Stucki, ricorda che “la scorsa settimana la tanto attesa conferenza stampa della Banca Centrale Europea ha portato ad una novità che sicuramente è vista di buon occhio dagli investitori, in quanto a più riprese abbiamo affermato come l’impegno delle autorità, banche centrali su tutte, sia fondamentale per affrontare questa crisi”.

Christine Lagarde, presidente della BCE, “ha annunciato un incremento del programma emergenziale di politica monetaria a contrasto della crisi epidemiologica (cosiddetto PEPP) per 600 miliardi, che, aggiungendosi ai 750 di fine marzo, formano un totale di 1350 miliardi. Si aggiunge, inoltre, che la durata del programma è stata estesa fino alla fine di Giugno 2021 e che i rimborsi degli asset in scadenza verranno reinvestiti almeno fino al termine del 2022. Secondo i dati pubblicati della BCE, nei primi due mesi del PEPP (Aprile e Maggio) sono stati acquistati asset per circa 234 miliardi, di cui titoli di Stato per un totale di circa 172”.

Ma non solo, “un importante aiuto è stato dato alle imprese, le vere bisognose di liquidità in questo momento. Ad esempio, si segnalano gli acquisti importanti delle Commercial Paper, ovvero prestiti a breve termine utilizzati dalle aziende, per circa 35 miliardi, a cui si aggiungono 10 miliardi di Corporate bond, sempre con riferimento al periodo aprile-maggio. Inoltre, una questione da menzionare è, senza dubbio, quella della deviazione degli acquisti dei titoli di Stato dal cosiddetto Capital Key, ovvero la partecipazione delle Banche centrali nazionali all’interno della BCE. Si osservi: ad oggi l’ammontare degli acquisti per Spagna, Italia e Germania sono superiori rispetto alle suddette partecipazioni. Come affermato da Christine Lagarde, l’importanza della flessibilità del PEPP è legata al meccanismo di trasmissione della politica monetaria, che, soprattutto in una crisi senza precedenti come quella attuale, ovvero caratterizzata da una forte incertezza sul futuro dell’economia, stenta a dare i propri frutti allo stesso modo nei vari Paesi”.

“Infatti – spiega il gestore - l’obiettivo di tutte le Banche centrali, non solo della BCE, è quello di mettere il settore bancario nelle migliori condizioni per reperire liquidità e prestarla a famiglie e imprese, anche se ci troviamo in un momento di forte crisi (qui si sottolinea anche l’importanza delle garanzie statali per agevolare i prestiti). In questo momento le aziende a cui viene favorito un accesso più agevole sono principalmente le Large Cap, con bilanci solidi e ben preparati ad affrontare la crisi economica”.

“Pertanto, all’interno del comparto del reddito fisso del proprio portafoglio, sarebbe opportuno privilegiare le obbligazioni con rating Investment Grade (ad alto merito creditizio), soprattutto in considerazione del fatto che la BCE non abbia deciso di comprare obbligazioni High yield o i fallen angels, ovvero i titoli che, a causa della crisi, passeranno da un rating Investment grade ad uno High yield”, conclude Calef.

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