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Azionario cinese, guardare al di là delle mega-cap

7/8/2021 | Daniele Riosa

Zheng (T. Rowe Price): “Senza la liquidità che spinge al rialzo tutti gli asset indiscriminatamente, la selezione dei titoli sarà fondamentale”


L’economia cinese è sulla buona strada per una ripresa nel 2021. Wenli Zheng, gestore del fondo T. Rowe Price Funds SICAV, China Evolution Equity Fund di T. Rowe Price, si aspetta che “i consumatori giochino un ruolo più importante quest’anno, grazie alla domanda repressa, mentre l’immobiliare residenziale continua a registrare performance solide. I settori esposti alla ripresa dei mercati sviluppati potrebbero essere favoriti. Il vaccino dovrebbe facilitare aziende e servizi rimasti indietro, come food, hotel, intrattenimento e servizi alla persona. Al contrario, chi ha beneficiato del Covid, come alcune aziende tech e quelle legate alla spesa per le infrastrutture, potrebbe invece affrontare un periodo più difficile”.

“Il mercato azionario cinese - ricorda l’esperto - ha registrato una correzione rispetto al picco di febbraio, poiché i mercati hanno risposto negativamente ad un aumento dei rendimenti obbligazionari statunitensi, ai dissidi USA-Cina, e alle restrizioni reintrodotte durante il Capodanno cinese. Guardando al futuro, ci aspettiamo che quest’anno il mercato azionario cinese sia guidato sempre più dagli utili. Senza la liquidità che spinge al rialzo tutti gli asset indiscriminatamente, la selezione dei titoli sarà fondamentale. È importante notare che le previsioni sugli utili sono favorevoli. Secondo le stime IBES, gli utili societari dovrebbero aumentare del 24% nel 2021 per le società dell'indice MSCI China e del 23% per quelle dell'indice large-cap CSI 300, con ulteriori guadagni rispettivamente del 14% e del 13% nel 2022. Via via che la ripresa si consolida, è probabile che più settori vedano un rafforzamento della crescita degli utili. L'ampia divergenza di valutazioni osservata l'anno scorso potrebbe potenzialmente invertirsi. Stiamo già assistendo, almeno in parte, a tale inversione, soprattutto per alcuni dei titoli growth più di moda e alcuni titoli tematici”.

“La Cina – continua il gestore - rimane un terreno fertile per la selezione di titoli: ci sono sacche speculative, ma siamo ancora in grado di trovare opportunità interessanti nelle supply chain che sostengono queste industrie. La transizione a un'economia più sostenibile offre un vento di coda all'industrializzazione, e stiamo trovando valore in alcuni business industriali. I consumi sono un altro importante pilastro della crescita e lo spostamento della domanda interna verso i brand locali rappresenta un altro fattore di sostegno. Crediamo vi sia un reale vantaggio nel guardare al di là delle mega-cap. Con le large-cap che ora scambiano a premi storicamente elevati (rispetto alle small-cap), crediamo che un'inversione sia giustificata e che gli investitori non dovrebbero affidarsi ai vecchi schemi in questo nuovo contesto”.

“Le oltre 5.200 quotate cinesi – conclude Zheng - rappresentano un'enorme miniera di opportunità. Molti investitori, però, si concentrano solo sui titoli con una capitalizzazione superiore ai 30 miliardi. In media, il 60% dei fondi attivi cinesi è investito in quel 2% di titoli, mentre il restante 98% rimane inesplorato o quasi. Crediamo che in questo segmento si possano trovare distorsioni di prezzo e potenziali gemme nascoste”.

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