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Inflazione, una fiammata solo transitoria

7/14/2021 | Redazione Advisor

L’impennata è dovuta a eventi una tantum e a una temporanea carenza di lavoratori, che non vedranno aumentare i salari. L’analisi di Comgest


Nonostante negli Stati Uniti l’inflazione core al momento sia salita intorno al 4% negli Stati Uniti, in questo momento il mercato ci dà il messaggio dell’inflazione come un’anomalia transitoria e temporanea, e  secondo Comgest per due motivi: l’impennata dell’inflazione è dovuta a eventi una tantum, come disavanzi record e altissimi tassi di risparmio nelle famiglie americane, con un tasso di risparmio intorno al 7 per cento. “A livello di consumo c’è moltissima potenza che ha provocato un’impennata dei prezzi delle materie prime” spiega Christophe Nagy, gestore del fondo Comgest Growth America.

 

“Allo stesso tempo” prosegue il gestore “la forza lavoro scompare: 4 o 5 milioni di persone che dovrebbero essere nella forza lavoro non si riescono più a reperire, hanno sussidi di disoccupazione anche generosi che finiranno verso il mese di settembre, il che provoca transitoriamente una carenza di lavoratori a disposizione, ma che prima o poi dovranno ritornare al lavoro”.

 

Le riaperture, più immediate e improvvise che in Europa, hanno alimentato una forte domanda per servizi come i ristoranti, gli alberghi, le compagnie aree, ma pure per i beni durevoli come le auto. Ma perché c’è ragione di pensare che si tratti di un fattore transitorio? “Al momento una psicologia inflattiva sta prendendo piede: sia le aziende che le famiglie hanno cercato di anticipare investimenti e acquisti per precedere l’aspettativa di un rialzo dei prezzi” osserva Nagy. “Al contrario, i prezzi più alti si traducono sul consumatore, che ora mette in sospeso i piani di acquisto importanti, come per gli elettrodomestici e le auto in famiglia”.

 

“Analogamente non c’è nessuna attesa di essere remunerati di più, e nell’ultimo anno e mezzo tale aspettativa non è variata significativamente tra le famiglie statunitensi” prosegue il gestore. “Quando poi si domanda loro se ci si aspetta che l’inflazione aumenti nel lungo periodo, la risposta è generalmente negativa. Se ne può dedurre che i risk-free rate attuali - che rimangono sotto l’1,5% - siano collocati al livello giusto data la natura transitoria dell’inflazione. Ciò permette alle aziende di prendere in prestito e investire, e suggerisce che gli investitori obbligazionari non si aspettano nessun picco di crescita o inflazione. Inoltre, se dovessimo trovarci in un contesto di crescita dei costi di input, ciò beneficerebbe le aziende che hanno un elevato potere di pricing, in grado di trasferire i costi di input sulla loro clientela. È fondamentale per un'azienda essere in grado di resistere a vari ambienti. Le aziende con una forte proprietà intellettuale, basi installate di consumatori e forti bilanci tendono ad essere in grado di far passare i prezzi in ambienti inflazionistici e di crescere in ambienti benigni”

 

“Crediamo che la ripresa globale continuerà a svolgersi a un ritmo irregolare” conclude Nagy. “Come tale, ci vorrà del tempo per vedere quali dei cambiamenti guidati dal Covid-19 saranno duraturi e quali saranno transitori".

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