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Post pandemia, i giovani pronti ad investire i propri risparmi

8/2/2021 | Redazione Advisor

Secondo la Schroders Global Investor Study 2021, la maggioranza degli investitori italiani tra 18 i e i 37 anni giustifica questa decisione, in quanto “con le riaperture il reddito crescerà e ci saranno più risorse a disposizione”


La pandemia globale è stata uno shock senza precedenti, che lascerà molti strascichi, ma che ci ha anche spinto a ripensare alcuni comportamenti. L’ambito degli investimenti è tutt’altro che esente da questa disruption, soprattutto per quanto riguarda i più giovani, che la crisi sanitaria sembra aver sensibilizzato a una maggiore lungimiranza in tema di risparmi. Un’accentuata attenzione dei giovani al futuro si rileva dai primi risultati della ricerca Schroders Global Investor Study 2021, condotta con il coinvolgimento di oltre 23.000 investitori in 32 Paesi.

Più precisamente, dalla lettura dei dati disaggregati per l’Italia, emerge che quasi la metà (45%) degli investitori del nostro Paese con età compresa tra i 18 e i 37 anni intende risparmiare di più una volta che verranno meno le restrizioni legate all’emergenza sanitaria: un’apertura che avvicina maggiormente i nostri giovani al dato del 52% rilevato tra quelli della stessa età a livello globale. Restringendo poi l’osservazione ai soli investitori italiani della Generazione Z, con età tra i 18 e i 22 anni, emerge una propensione al risparmio ancora più accentuata con una percentuale del 57%, superiore anche alla media a livello globale (52%) per la stessa fascia di età.

Dati confortanti in termini di crescita della consapevolezza tra i giovani sull’importanza di programmare il proprio benessere futuro, che però contrastano con il profilo che riguarda gli investitori italiani e globali over 38 anni: solo il 32% degli italiani e il 43% a livello globale ha dichiarato che risparmierà di più dopo la pandemia. Eliminando le distinzioni per fasce di età, risulta quindi che in media gli investitori italiani intenzionati ad aumentare i risparmi dopo la fine della crisi sono il 32% contro il 46% di quelli globali.

Maggior propensione al risparmio si traduce in incremento degli investimenti? Ben il 54% degli investitori italiani tra i 18 e i 37 anni ha dichiarato che aumenterà la percentuale dei risparmi allocata agli investimenti, una volta che verranno meno le restrizioni, dato che sale fino al 71% per la Generazione Z, a fronte del 38% registrato tra gli over 38. Di riflesso, il 54% degli investitori italiani con più di 38 anni manterrà costante la porzione di risparmi dedicata agli investimenti, contro il 31% nella fascia 18-37 e il 14% in quella 18-22.

Anche a livello di motivazioni persistono discrepanze tra le diverse generazioni: la maggior parte degli investitori italiani over 38 (il 58%) afferma che aumenterà gli investimenti in quanto “ha fiducia nella ripresa e crede sia il momento giusto per investire”, mentre la maggioranza dei giovani investitori italiani (18-37 anni) giustifica questa decisione, in quanto “con le riaperture il reddito crescerà e ci saranno più risorse a disposizione”.

Queste differenze nell’attitudine verso gli investimenti si erano già manifestate nel 2020, in piena crisi pandemica, quando il 46% degli investitori tra i 18 e 37 anni contro il 30% degli investitori italiani over 38 ha aumentato la percentuale dei risparmi allocata agli investimenti, mentre all’opposto il 47% degli investitori over 38 contro il 25% degli italiani più giovani (18-37) l’ha mantenuta costante. Tra coloro che l’anno scorso hanno investito di più, le motivazioni sono state simili: molti hanno avuto meno spese e più risorse a disposizione (55% over 38 e 43% tra i 18-37 anni) e hanno visto nella crisi un catalizzatore in grado di creare molte opportunità sui mercati finanziari (43% over 38 e 50% tra i 18-37 anni).

Aspettative di rendimento: gli italiani non si smentiscono

Riguardo ai rendimenti medi annuali per i prossimi cinque anni, gli investitori italiani evidenziano come da tradizione una maggiore prudenza in termini relativi, puntando in media a ottenere un 8,2% rispetto all’11,3% del dato globale, nonostante l’incremento rispetto allo scorso anno (7,9% contro il 10,9% del dato globale). Le attese di rendimento sono tanto più basse tra gli investitori italiani che dichiarano di avere conoscenze finanziarie di base, attestandosi al 5,7%, rispetto a quelli con conoscenze intermedie (7,4%) o avanzate (9,9%). Lo stesso si riflette a livello globale dove i dati sono rispettivamente all’8,9%, 10,7% e 12,8%. Una maggiore educazione finanziaria potrebbe portare gli investitori italiani a recuperare terreno rispetto a quelli globali anche sul fronte dell’interesse riposto nei confronti del benessere finanziario. Infatti, mentre lo scoppio della pandemia ha indotto ben il 74% degli investitori globali a spendere più tempo a pensare a questo aspetto e all’organizzazione delle proprie finanze personali, gli italiani sui quali la crisi ha avuto questo impatto sono stati il 58%.

Stuart Podmore, specialista comportamentale degli investimenti di Schroders, spiega che “la pandemia ha innalzato il nostro senso di incertezza e messo in discussione la nostra capacità di elaborare il rischio, facendo sentire molti di noi più ansiosi e fuori controllo. Queste sensazioni sono chiaramente riflesse nei risultati dell’indagine, con gli investitori sempre più concentrati su risparmi e controllo frequente dei propri investimenti. Nonostante le enormi sfide che tutti noi abbiamo dovuto affrontare, è incoraggiante vedere come la pandemia abbia agito da catalizzatore, incentivando un’attenzione maggiore a livello globale sulla pianificazione finanziaria e sul benessere. Sebbene questo sia uno studio globale, condividiamo tutti desideri e bisogni comuni, e la sicurezza finanziaria rappresenta in tal senso un aspetto chiave per tutti noi. Allo stesso tempo, dobbiamo esercitare cautela circa i rendimenti attesi dagli investimenti nei prossimi cinque anni, in quanto l’outlook condiviso da molti investitori, e in particolare da coloro che si autodefiniscono come esperti, è eccezionalmente ottimista. Gli ultimi 18 mesi ci hanno insegnato che il futuro è difficile da prevedere e un approccio misurato, costante e paziente agli investimenti, focalizzato su obiettivi di lungo termine e risultati plausibili sarà di aiuto per gli investitori”.

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