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Come affrontare l'appiattimento della curva dei rendimenti

11/15/2021 | Lorenza Roma

PIMCO analizza la politica delle banche centrali nei mercati sviluppati le cui aspettative hanno segnato un cambiamento


"Nelle ultime settimane i rendimenti obbligazionari si sono mossi nettamente al rialzo sulle scadenze brevi mentre sono scesi in modo modesto sulle scadenze più lunghe in molti paesi. Questo appiattimento delle curve dei rendimenti riflette timori che i rischi d’inflazione si rivelino più persistenti sul breve termine e più duraturi nel tempo di quanto ci si aspettasse". A sottolinearlo è Sachin Gupta, responsabile del team di gestione di portafogli globali di PIMCO.

 

"Molti investitori si interrogano su cosa aspettarsi dalla prossima fase della politica monetaria. Nonostante la recente volatilità, i prezzi indicano che il mercato ritiene tuttora che le banche centrali agiranno in modo credibile per mantenere le aspettative d’inflazione ben ancorate. Le aspettative d’inflazione di lungo termine sono rimaste relativamente stabili. L’appiattimento delle curve dei rendimenti tipicamente si verifica in fase relativamente più avanzata del ciclo economico quando gli investitori si attendono che le banche centrali innalzino i tassi di riferimento a breve e questo spinge al rialzo i rendimenti obbligazionari sulle scadenze brevi rispetto a quelle a lungo termine. Il comportamento delle curve dei rendimenti può pertanto prefigurare cambiamenti della politica monetaria e delle prospettive economiche", ha sottolineato Gupta.

 

"Con l’aumento della volatilità e dei costi delle transazioni, gli intermediari tradizionali e la struttura del mercato hanno reso difficile per i veri fornitori di liquidità sostenere i mercati e alleggerire la dislocazione, che sulle curve dei rendimenti è al livello più alto osservato da marzo 2020. Da un lato, il generale appiattimento della curva e cicli economici più brevi sono in linea con la nostra view secolare di cicli economici probabilmente più corti e di accresciuta ampiezza rispetto al passato, e potrebbero comportare una ritirata comparativamente precoce dell’accomodamento monetario. Tuttavia, a nostro avviso, l’entità del recente appiattimento della curva suggerisce che il mutamento di orientamento dei mercati possa essere stato troppo repentino", ha aggiunto il responsabile.

 

"Al pari dei mercati anche molte banche centrali paiono avere cambiato tono sull’inflazione. Per gran parte di quest’anno, hanno indicato che l’accelerazione dell’inflazione evidenziata dai dati economici fosse transitoria. Ora mettono in dubbio questa tesi e sono sorte preoccupazioni che l’inflazione più alta realizzata possa cominciare a incidere sulle aspettative d’inflazione di lungo termine".

 

"Benché noi concordiamo con la direzione di base del recente cambiamento del sentiment, riteniamo che il mutamento delle aspettative del mercato potrebbe essere troppo anticipatorio per diverse ragioni. In primo luogo, le aspettative d’inflazione futura incorporate nei titoli indicizzati all’inflazione riflettono una previsione d’inflazione oltre l’orizzonte ciclico del prossimo anno tutto sommato in linea con l’obiettivo delle banche centrali. In secondo luogo, sebbene le banche centrali verosimilmente agiranno per mantenere ancorate le aspettative d’inflazione, sono ben consapevoli che la politica monetaria non sia lo strumento migliore per affrontare le pressioni al rialzo sui prezzi che derivano da uno shock o da nodi sul lato dell’offerta nell’economia. In terzo luogo, i rischi estremi, ossia la possibilità di esiti imprevisti, derivanti dal Covid-19 sono diminuiti ma non sono spariti del tutto e l’occupazione nella maggior parte delle economie è tuttora ben inferiore ai livelli a cui era prima dell’arrivo della pandemia. Benché una ritirata ben calibrata dello stimolo monetario sarà necessaria, le banche centrali sono propense a continuare a sostenere la ripresa del mercato del lavoro e dunque non inclini a chiudere i rubinetti troppo velocemente", ha affermato Gupta che conclude "il premio al rischio associato alle attese di rialzi dei tassi a questo punto potrebbe perdurare più del previsto ossia i mercati potrebbero continuare a sovrastimare l’evoluzione della politica monetaria rispetto alla sua traiettoria effettiva alla luce dei recenti movimenti sulla curva dei rendimenti e delle preoccupazioni in merito alle aspettative d’inflazione. Il rapido riprezzamento delle aspettative spesso ha creato opportunità che hanno prodotto validi rendimenti in quanto l’eccessivo premio al rischio diventa inglobato nella porzione a breve della curva. La gestione attiva favorisce un’adeguata valutazione delle caratteristiche di rischio/rendimento e mira a cogliere benefici dalle opportunità che derivano dal riprezzamento della curva nonché dal passaggio delle banche centrali da una politica accomodante di straordinaria entità a dinamiche potenzialmente da fase avanzata del ciclo".

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