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Mercato azionario, S&P500 su del 12% a fine 2022

2/23/2022 | Daniele Riosa

Marco Oprandi (Cirdan Capital): “Il 2022 può rappresentare, per le società americane, un’opportunità in cui raggiungere un livello significativo di utili”


“Attualmente, il mercato azionario sembra principalmente influenzato da fattori di politica monetaria e geopolitici, ma, nonostante ciò, la nostra previsione sull’S&P500 è che possa raggiungere quota USD 4.900 per la fine del 2022, ovvero un incremento del circa 12% rispetto ai valori attuali”. Marco Oprandi, head of cross asset solutions di Cirdan Capital, spiega che “tali stime tengono in considerazione l’atteso aumento dei tassi d’interesse da parte della FED per ‘domare’ i rampanti livelli inflazionistici che sembrerebbero essere ormai di difficile gestione da parte della Banca Centrale americana. Inoltre, anche i fattori geopolitici come la situazione in Ucraina e gli attriti tra Stati Uniti, Cina e Russia incrementano livelli di incertezza nel mercato”.

Nonostante ciò, l’analista stimia che “l’S&P500 possa raggiungere una ‘vetta inesplorata’, ovvero quota USD 4.900 in un contesto in cui rendimenti reali sui titoli di stato statunitensi, che sono attualmente intorno a 50 punti base negativi, possano raggiungere i -15 punti base, lo scenario che stimiamo essere più plausibile. D’altro canto, avremmo una visione maggiormente conservativa qualora dovesse verificarsi uno scenario più ‘estremo’ e meno probabile, dove i rendimenti reali da -50 punti base possano effettivamente raggiungere un livello intorno dello zero. Per quest’ultimo, prevediamo che l’S&P500 possa posizionarsi intorno a USD 4.700 per la fine del 2022, evento che rappresenterebbe un incremento di circa +8% rispetto ai livelli attuali”.

Nonostante si stia assistendo all’influenza dei fattori ‘esogeni’, quali l’inflazione e l’instabilità geopolitica, il manager crede che “il 2022 possa rappresentare per le società americane un’opportunità in cui raggiungere un livello significativo di utili. Infatti, il 2021 è stato un anno più difficile per le imprese rispetto all’atteso 2022, poiché erano vi erano fattori ‘endogeni’ che mettevano a dura prova l’operatività di aziende di produzione e di servizi. Ad esempio, il Covid-19 e le sue varianti, il picco nei prezzi delle commodities, la scarsità della forza lavoro e l’interruzione della supply chain hanno tutti assieme contribuito negativamente allo sviluppo economico globale durante il 2021”.

“Tuttavia - conclude Oprandi - crediamo che tali fattori, seppur presenti anche in questa primo trimestre del 2022, stiano scemando sempre più dando la possibilità alle imprese di tornare alla 'normalità' operativa pre-pandemica. Alla luce di questi elementi, reputiamo che la crescita degli utili si aggirerà attorno al +8% in US per la fine del 2022 e al +6% per il 2023”.

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