Tempo di lettura: 2min

FED, per i mercati Powell non ha perso la rotta

4/21/2022 | Redazione Advisor

Ashwin Alankar di Janus Henderson spiega che, se lo avesse fatto, “ora saremmo testimoni di un irripidimento, non di un appiattimento, della curva dei rendimenti”


“La nuova tendenza del mercato a vedere in chiave pessimistica i più recenti sviluppi si è potuta rafforzare all’inizio di questo mese quando il rendimento dei Treasury USA a 2 anni è salito per poco sopra quello di quelli a 10 anni”. Ashwin Alankar, head of global asset allocation di Janus Henderson, ricorda che “questa è stata la prima inversione dal culmine della guerra commerciale USA-Cina del 2019. Con grande tempismo, chi prevedeva una fase di ribasso è venuto allo scoperto invocando un'imminente recessione”.

“Il driver dell'inversione - precisa il manager - è stato il voltafaccia in senso restrittivo della Federal Reserve alle prese con un'inflazione core del 6,4% su base annua. Con la Banca centrale statunitense che ha più che raddoppiato le proprie aspettative per il numero di rialzi dei tassi di 25 punti base nel 2022, dai tre dello scorso dicembre ai sette della riunione di marzo, gli investitori si sono preoccupati che la Fed sia all'altezza della sua reputazione di ‘killer delle espansioni’. Noi interpretiamo questa curva dei rendimenti invertita in modo diverso”.

“Gran parte della delusione del mercato - argomenta l’analista - si basa sull'idea che la Fed abbia perso credibilità a causa della sua pessima decisione sull'inflazione transitoria e per aver distolto lo sguardo dal suo doppio mandato, dando priorità ai prezzi degli asset. Ma se il mercato pensasse che la Fed abbia davvero perso la rotta, ora saremmo testimoni di un irripidimento, non di un appiattimento, della curva dei rendimenti. Il fatto che gli aumenti dei rendimenti sui Treasuries con scadenze di 5 anni e più non abbiano tenuto il passo con quelli a 2 anni, a nostro avviso, significa che il mercato valuta credibile l'approccio della Fed all’inflazione. Anche prendendo in considerazione le nuove capacità della Banca centrale statunitense di combattere l'inflazione, i mercati a termine pensano che i tassi reali (rendimenti nominali meno l'inflazione) rimarranno molto accomodanti, probabilmente ben al di sotto dell'1%”.

“Questa idea - conclude Alankar - sottintende il fatto che non solo la Fed dovrebbe agire tempestivamente nella lotta all'inflazione, ma che potrà farlo senza condannare l'economia statunitense a una recessione certa, dando un leggero colpo di freno all’economia stessa”.

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?