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La lunga corsa del fintech

5/10/2023

Secondo l’ultimo studio di BCG sviluppato in collaborazione con la società di venture capital QED Investors, il settore raggiungerà circa 22.000 miliardi di dollari di fatturato entro il 2030


Il mercato fintech ha una storia recente – ha appena 25 anni di vita - ma impatta ormai la vita di miliardi di persone e continua a crescere. Secondo l’ultimo studio di BCG “Global Fintech 2023: Reimagining the Future of Finance”, sviluppato in collaborazione con la società di venture capital QED Investors, il settore raggiungerà circa 22.000 miliardi di dollari di fatturato entro il 2030.

 

Lo studio rileva che il fintech ha raggiunto il picco nel 2021, per poi invertire il trend negli ultimi 12 mesi: valutazioni crollate, nuovi finanziamenti diminuiti del 43%, anche se la crescita dei ricavi è lentamente continuata. Ma si tratta di una turbolenza in fase di decollo, perché quella dei servizi finanziari è l’industria più redditizia a livello globale, con 12.000 miliardi di dollari di fatturato all’anno. E c’è ancora margine di crescita visto che - secondo i dati del Progetto di inclusione finanziaria della Banca Mondiale - 1,5 miliardi di adulti nel mondo sono unbanked, ovvero non hanno un conto corrente. Sempre secondo il report, 2,8 miliardi di persone nel mondo sono underbanked, cioè chi ha un conto corrente ma usa anche servizi finanziari alternativi, di cui 54 milioni in Europa (circa il 50% degli adulti). Il totale rappresenta più della metà della popolazione mondiale: potenziali nuovi clienti che intraprenderanno il viaggio digitale nei servizi finanziari.

 

“Nonostante il forte rallentamento dell’ultimo anno su investimenti e valutazioni (dopo un biennio 2020-2022 di fortissima crescita), i fondamentali del settore fintech nel lungo periodo rimangono solidi” spiega Ugo Cotroneo, managing director e senior partner di BCG. “Secondo le stime BCG, i ricavi delle aziende fintech continueranno a crescere a livello globale con un forte contributo di Asia Pacific. Anche in Europa cresceranno ancora registrando un CAGR del 21% fino al 2030. Mentre il decennio precedente è stato dominato dal settore dei pagamenti fintech, la crescita futura sarà sostenuta dal trend positivo dell’embedded-finance, del B2B e del B2B2X trainati anche dalla maggiore maturità dell’open banking e delle tecnologie di Generative AI e DLT.”

 

Nello sviluppo di questo mercato i player tradizionali dovranno quindi accelerare i loro piani di digitalizzazione e sarà importante considerare il ruolo che giocano i nuovi trend regolatori, un esempio è l’open banking nel Regno Unito tramite OBIE (Open Banking Implementation Entity) e nell'UE tramite PSD2 (Payment Service Directive, la direttiva europea che regolamenta i servizi di pagamento e i gestori dei servizi di pagamento all'interno dell'Unione Europea) che continueranno a favorire la creazione di nuovi prodotti e servizi, contribuendo ulteriormente alla crescita del settore.”

 

Le previsioni, nel lungo periodo, sono secondo lo studio infatti più che rosee: il fatturato globale dei servizi finanziari raggiungerà circa 22.000 miliardi di dollari entro il 2030, con una ripartizione relativamente equa tra banche e assicurazioni. I ricavi annuali del settore fintech cresceranno di sei volte fino a raggiungere 1.500 miliardi di dollari entro la fine dell'anno.

 

Focalizzandosi su Regno Unito e Unione Europea, che insieme rappresentano il terzo mercato finanziario più grande al mondo, il report prevede che fino al 2030 nelle due regioni si assisterà a un'importante crescita fintech, “stimata in oltre cinque volte rispetto al 2021 e guidata dal settore dei pagamenti. Crescita facilitata dalle iniziative intraprese dalle autorità nell’eurozona. Il passaporto nell'UE consente alle imprese di operare su base regionale senza grandi ostacoli normativi (ad esempio, le licenze)”.

 

E nel nostro Paese? Quali sono le prospettive?  “In Italia, il settore soffre ancora della piccola quantità di operatori di grandi dimensioni, ma mostra una forte vitalità, con la nascita di molte iniziative innovative che potranno beneficiare della complessiva crescita del settore nel lungo termine e del sempre maggiore interesse da parte di incumbent player a partnership e attività di M&A” commenta Cotroneo.

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