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Crisi Covid-19, CF pronti a dare una mano

4/13/2020 | Luciano Liccardo - Socio Anasf

#unamanoperirpartire. È questa l'iniziativa che propone Liccardo per far sì che tutto possa "andare bene" anche dal punto di vista finanziario. In cosa consiste? Dedicare il servizio di consulenza volontariamente e gratuitamente ai "non clienti".


Dopo il coronavirus “Covid-19”, il mondo sarà lo stesso ? L’unanime, comune, risposta - di esperti e non – è ovviamente negativa e il corollario necessario è che i cambiamenti saranno profondi: nelle abitudini, nelle tendenze, nei costumi, nei valori. In una parola nella vita di tutti.

 

Anche per i consulenti finanziari, abituati a ragionare con i propri clienti sulle esigenze legate al loro ciclo di vita, l’attività cambierà profondamente, proprio perché dovranno ripartire dall’elemento base che caratterizza e condiziona la predisposizione di un portafoglio: cioè dagli obiettivi di vita del cliente. Obiettivi che il consulente aiuta a quantificare in termini economici, assegnando il livello di priorità e l’orizzonte temporale, prima di passare all’individuazione degli strumenti finanziari idonei allo scopo.

 

E’ molto probabile che per molti clienti questo insieme di operazioni, dovranno essere riproposte e ritarate, dando luogo a una vera e propria ristrutturazione del portafoglio. Per fare un esempio elementare: se con il dr. Rossi era stato pianificato l’acquisto di una seconda casa entro i prossimi 5 anni, la probabile minore disponibilità di risorse costringerà alla revisione dell’orizzonte temporale o addirittura l’accantonamento dell’obiettivo.

 

Insomma, un percorso in qualche modo da ritracciare. Un cambiamento epocale, che costringerà consulenti, mandanti e tutto il sistema a rivedere un modello in precedenza fondamentalmente basato su un’ipotesi di crescita e di accumulazione di risorse finanziarie a disposizione degli investitori. E che toccherà le tasche di tutta la filiera, con i consulenti naturalmente in prima fila. I quali, consapevoli di questo, stanno affiancando – fin dall’inizio della crisi e sostenuti dalle mandanti (Reti e Banche) - i propri clienti, rafforzando così il proprio ruolo di educatori naturali, che è un po’ il fiore all’occhiello della nostra categoria.

L’esperienza dimostra infatti quanto il semplice consiglio di tenere le posizioni senza farsi travolgere dall’onda emotiva dei mercati possa valere tantissimo nel lungo termine, consentendo il recupero delle posizioni in perdita con molta più rapidità rispetto a coloro che invece non hanno saputo mantenere i nervi saldi.

 

Da questo punto di vista, quindi, l’effetto cumulato dell’azione dei singoli consulenti, che impedisce al patrimonio complessivo della loro clientela di disperdersi nei momenti di profondo arretramento dei mercati – come è questo - si riflette in un contributo non indifferente alla preservazione di una quota non marginale (si calcola che il 25% delle famiglie sia ormai seguita stabilmente da consulenti finanziari) della ricchezza nazionale.

 

Eppure c’è anche un’altra dimensione sociale del loro ruolo che non ha ancora avuto modo di manifestarsi e che ha oggi un’occasione forse irripetibile per farlo: è quella dell’assistenza alle fasce di popolazione che dopo il coronavirus è probabile dovranno fronteggiare un vero e proprio tsunami finanziario, in grado di distruggere l’equilibrio già in precedenza precario delle loro risorse. Le stime sulla perdita di PIL a fine 2020 per il nostro Paese sono drammatiche e, come ha dichiarato il nostro Presidente del Consiglio, questa situazione è paragonabile a quella dell’immediato dopoguerra: imprese distrutte, disoccupazione elevata, tensione sociale alle stelle. Identica, come in quel frangente, è la necessità di ricostruire.

 

“Andrà tutto bene” è lo slogan che ci accompagna dall’inizio della vicenda del Covid-19. Perché l’auspicio si realizzi, ognuno dovrà fare il suo, con la stessa partecipazione dimostrata osservando le disposizioni che ci stanno accompagnando in questo inedito percorso di vita. Ogni individuo, ogni categoria. Nel dopoguerra, la categoria dei consulenti finanziari non c’era. Oggi c’è, è perlopiù altamente professionalizzata e può dare veramente una mano a chi si trova in difficoltà, dopo avere perso il lavoro o l’attività e in questi durissimi frangenti e deve ripartire da zero o quasi.

 

“Una mano per ripartire” è appunto l’iniziativa che i consulenti finanziari, pur senza trascurare le esigenze indiscutibilmente prioritarie della loro clientela – a sua volta bisognosa delle loro attenzioni - potrebbero volontariamente e gratuitamente dedicare ai connazionali meno fortunati, usciti fisicamente indenni dagli attacchi del coronavirus, ma finanziariamente in ginocchio. E, oltretutto, non assistiti finora da loro.

 

Sarebbe sufficiente una frazione del tempo normalmente dedicato all’attività lavorativa da un consulente finanziario iscritto all’Albo OCF per dare un po’ di ordine alla situazione economica di un capofamiglia in difficoltà o di un giovane che ha perso il lavoro precario a causa del coronavirus. Anche il semplice affiancamento nel sistemare il budget familiare ridotto all’osso potrebbe aiutare e ridare speranza a costoro. Un’opera meritoria per l’intero Paese.

 

Anasf è la principale Associazione di categoria: ad essa e ad altre istituzioni di settore, che la volessero fiancheggiare in questa operazione di grande valore sociale, spetterebbe la fissazione di poche semplici regole deontologiche che la dovrebbero caratterizzare: dalla verifica dei requisiti dei CF disposti ad aderire, all’allestimento dei canali più idonei al contatto, alla distribuzione per aree di questa particolare task force sul territorio.

 

“Una mano per ripartire” ha tutte le caratteristiche dell’opera filantropica, che potrebbe finire – come spesso succede nella vita – per dare ai suoi artefici maggiori benefici, morali e sostanziali, di quelli erogati.

Ora non resta che passare all’azione: un invito che la categoria dei consulenti finanziari ha sempre dimostrato di saper cogliere. Sono certo che lo farà anche questa volta.

 

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Luciano Liccardo, socio Anasf e segretrio generale EFPA Italia dal 2009 al 2019, ha risposto al nostro appello "Il Manifesto della Ripartenza". Ricordiamo che partecipare all'iniziativa è semplice: inviate i vostri contributi al seguente indirizzo mail: redazione@o-fc.eu 
Daremo visibilità a tutte le idee ricevute

 

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