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UBS Etf: proteggersi da inflazione con i TIPS

4/7/2017

L’oro in quanto strumento di copertura dall’inflazione è stato meno adeguato per gli investitori avversi al rischio


A gennaio, l’inflazione Usa ha registrato il suo scatto maggiore dal febbraio 2013, salendo dello 0,6%, dato assai superiore rispetto al consenso, che stimava l’aumento allo 0,3%. D’altra parte, la recente elezione di Donald Trump (unitamente alle potenziali conseguenze della spesa pubblica e degli sgravi fiscali per le imprese) aveva determinato una revisione delle aspettative d’inflazione su vasta scala. L’interrogativo se il rischio d’inflazione sia sottovalutato è quindi di grande attualità.

 

“L’oro è generalmente considerato un ‘bene rifugio’ che tende ad assorbire diversi tipi di shock (d’inflazione, di mercato, valutari…). Tuttavia, dato che, in aggiunta all’inflazione, vi sono anche altri importanti fattori che ne determinano l’andamento, la sua capacità di proteggere dall’inflazione risulta più debole rispetto ad un altro strumento: i TIPS a breve termine”, commenta Simone Rosti, responsabile UBS Etf Sud Europa.

 

In generale i TIPS, titoli di stato USA indicizzati all’inflazione, sono una soluzione per coprirsi da picchi d’inflazione imprevisti. Il capitale dei TIPS aumenta in linea con l’inflazione come misurata dal Consumer Price Index (indice dei prezzi al consumo). L’indicizzazione all’inflazione assicura la protezione del potere d’acquisto, un fattore importante, in quanto numerosi investitori puntano ai consumi in termini reali. Il mercato dei TIPS ha registrato una crescita significativa dalla sua creazione nel 1997 e attualmente le sue dimensioni sono stimate a 1100 miliardi di dollari USA (indice Barclays U.S. TIPS), rispetto ai 6800 miliardi dei Treasury nominali (indice Barclays U.S. Treasury).

 

“In particolare, rispetto ad altre modalità di copertura dall’inflazione, i TIPS a più breve termine hanno offerto un livello di protezione più elevato, ossia il loro valore ha evidenziato una correlazione molto elevata con l’inflazione”, continua Rosti.

 

Le obbligazioni a tasso variabile, gli immobili, i TIPS a più lungo termine e le azioni hanno tutti mostrato una certa capacità di tenuta nei confronti dell’inflazione, ma nettamente inferiore a quella dei TIPS a più breve termine o dell’oro.

 

I TIPS hanno rendimenti lievemente più elevati rispetto ai Treasury nominali, ma comportano anche un rischio leggermente maggiore. Sorprendentemente, l’oro ha prodotto i risultati migliori, ma il rischio connesso è stato significativo. “A tale riguardo, l’oro in quanto strumento di copertura dall’inflazione è stato meno adeguato per gli investitori avversi al rischio. In sintesi, i TIPS hanno offerto un risultato corretto per il rischio più interessante, nonché la garanzia di protezione dei consumi reali se detenuti sino alla scadenza”, conclude.

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