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CF & Tecnologia, una normalità di "transizione"

6/6/2020

L’errore da non commettere è quello di pensare che la coppia uomo-macchina sia ormai affiatata e priva di difetti. Eppure la necessità di non fermare tutto ha abbattuto una barriera che sembrava insormontabile.


Un’antica favola racconta di due rane che cascano in un recipiente pieno di latte. Nonostante tutti gli sforzi non riescono a venirne fuori. Una perde ogni speranza, si adatta alla situazione fino a lasciarsi annegare. L’altra, invece, si mostra più determinata e fiduciosa verso il futuro e continua a dimenarsi senza sosta, convinta di poter trovare una via d’uscita. In questo modo dal grasso del latte si forma il burro che è abbastanza solido per permettere alla rana di fare un salto e di salvarsi. Questa favola ben descrive la differenza tra chi si adatta alle situazioni e chi, invece, reagisce cercando di cambiarle nel migliore dei modi.

 

Questa emergenza sta mettendo a dura prova tutti noi, sotto molti punti di vista, personali e professionali. Su entrambi questi aspetti siamo chiamati a fare una scelta: subire quella che in molti chiamano “nuova normalità” o agire con l’obiettivo di costruire questa “nuova normalità”. In tanti parlano di un “dopo” caratterizzato da scenari più o meno disruptive rispetto al recentissimo passato. Ma in verità: non siamo in grado di prevedere nulla. Quello che possiamo fare è osservare i trend in atto e individuare le abitudini che, in questo stato di emergenza, stanno affiorando, cercando di capire se e come queste abitudini saranno in grado di non svanire una volta cessata l’emergenza. Pensiamo alla consulenza finanziaria. 

 

La prova che una reazione da parte di reti e cf sia avvenuta arriva dai numeri dichiarati da Assoreti. E arriva dalla forte proattività dei cf che hanno superato definitivamente tutti i timori verso la tecnologia, trasformandola in un grande alleato dopo che per anni è stata vista come un pericoloso avversario che avrebbe potuto sostituirli nella gestione dei clienti. Adesso, l’errore da non commettere è quello di pensare che la coppia consulente-tecnologia sia ormai affiatata e priva di difetti. È una coppia vincente, ma superata la crisi dovrà cambiare, così come dovranno cambiare tante delle attuali abitudini.

 

Quella che stiamo vivendo non è la “nuova normalità”, è una “normalità di transizione” che ha fatto emergere evoluzioni che erano in atto da tempo ma che faticavano a trovare spazio per le paure che accompagnano tutto ciò che nuovo. Basti pensare all’utilizzo dei big data e del digitale in finanza, fino a ieri un nemico da respingere da parte delle autorità di vigilanza che hanno sempre parlato di Fintech come di qualcosa di oscuro a priori perché difficile da “monitorare”. Oggi l’urgenza ha spinto queste stesse autorità a considerare valida una e-mail ordinaria per la sottoscrizione di un servizio di investimento o di un prodotto assicurativo. Ma sappiamo quanto sia semplice falsificare una e-mail.

 

Eppure la necessità di non fermare tutto ha abbattuto una barriera che sembrava insormontabile. La vera sfida non è rendere valido tutto ciò che prima non lo era ma andare avanti con una maggiore confidenza verso big data e tecnologia, tenendo alta l’attenzione su due temi che oggi sono nascosti ma domani saranno centrali: la garanzia della privacy nel mondo digitale e la cybersicurezza. 

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