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2014-2015, il biennio che ha visto brillare le reti di consulenti finanziari

10/25/2016

Il paradosso è confermato: il sistema bancario italiano è sempre più liquido e capitalizzato ma non eroga più credito. E sul fronte utili il sistema ringrazia gli ex-promotori finanziari.


Il paradosso è confermato: il sistema bancario italiano è sempre più liquido e capitalizzato ma non eroga più credito. A dimostrarlo la cinquantunesima edizione dell’indagine annuale sulle Principali Società Italiane nel periodo 2014-2015 condotta dall’Ufficio Studi di Mediobanca, che ha analizzato i dati del sistema nel biennio 2014-2015.

 

Dati alla mano, infatti, accanto ad un attivo tangibile degli istituti italiani pari a 2.663 miliardi (in calo dell'1% rispetto ai 2690 miliardi del 2014) e ad una liquidità complessiva di 20 miliardi, in crescita di quasi quattro miliardi rispetto ai 16,1 miliardi dell'anno precedente, si continua a registrare un calo dei crediti alla clientela (famiglie e imprese) passati dai 1.452 miliardi del 2014 ai 1.437 del 2015. Anche a causa di un profilo del credito che, a detta degli esperti di Mediobanca, rimane particolare problematico per le banche italiane: a fine 2015 la massa dei crediti deteriorati netti ammontava a 198,1 miliardi di euro, ovvero l'11,3% dei crediti verso la clientela. 

 

Ma andando oltre i crediti, e osservando i numeri del conto economico del sistema bancario italiano, spiccano dati positivi, soprattutto per le 22 banche che hanno spinto in maniera importante sull'attività di gestione dei patrimoni. Secondo la ricerca condotta dall'Ufficio Studi di Mediobanca, infatti, alla fine del 2015 il sistema bancario ha ritrovato l'utile chiudendo complessivamente con un risultato aggregato pari a 3,1 miliardi di euro, dopo un rosso del 2014 di oltre 8,8 miliardi. A spingere verso il segno più soprattutto le banche commerciali, che hanno privilegiato la raccolta a breve e che hanno chiuso il 2015 con un utile di 2,2 miliardi, contro il rosso del 2014 di circa 5,4 miliardi. Accanto alle banche commerciali, però, brillano le banche che hanno spinto sul risparmio gestito, uniche ad avere nel biennio due utili aggregati positivi: 942 milioni nel 2014, 1,5 miliardi nel 2015, con un roe che è stato pari al 31,1%, contro l'1,6% delle banche commerciali e l'1,4% dell'intero sistema. 

 

Se a questi dati aggiungiamo il risultato d'esercizio 2015 delle 27 SIM monitorate da Mediobanca, e che risulta pari a 197,7 milioni di euro (in aumento rispetto ai 160 milioni del 2014), è evidente che la gestione del risparmio degli italiani si conferma un business profittevole che vede protagonisti in maniera importante i consulenti finanziari. Sempre secondo i dati dello studio firmato Mediobanca, infatti, tra le prime 5 banche che hanno come prevalente attività la gestione dei patrimoni spiccano Banca Mediolanum (con un totale attivo tangibile di 44 miliardi), Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking (con 18 miliardi), CheBanca! (con 13 miliardi) e Banca Generali (con 6 miliardi di totale attivo tangibile).

 

 

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