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Il nuovo KIID ucciderà i consulenti finanziari (ex-promotori finanziari)

11/16/2013 | Francesco D'Arco

Dall'Europa arriva una proposta che favorirà i dipendenti delle banche. E che impone un prezzo massimo all'attività di consulenza. Non più di...


 

Il nuovo KIID ucciderà la consulenza finanziaria. E in particolare tutto il mondo dei tied agent, compresi i consulenti finanziari (ex-promotori finanziari). Il provocatorio allarme arriva dalla Fecif (federazione europea della quale fa parte anche l'Anasf) che, dopo la lettura del report sulle modifiche da apportare ai documenti informativi da consegnare ai clienti (i KIID) firmato dalla Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento Europeo (ECON), avverte: si sta creando un campo di gioco che favorisce le banche "che possono contare su uno staff di soli dipendenti" e non il mondo delle reti, che hanno strutture formate da liberi professionisti con una forte retribuzione variabile.
 
In particolare, secondo la Fecif, se i suggerimenti della ECON saranno approvati si creerà uno scenario sfavorevole per la consulenza finanziaria e favorevole al puro collocamento, in netto contrasto con la strada suggerita, invece, dalla Mifid. 
 
Nel mirino della Fecif finiscono l'articolo 8 e l'articolo 13 della proposta della ECON. 
 
Il primo impone la realizzazione di un allegato al KIID a cura della società che offre il servizio di consulenza o che comunque colloca il prodotto, con l'intento di distinguere ulteriormente le fee che finiscono nelle tasche delle Sgr da quelle che cadono nelle tasche del consulente finanziario (ex-promotore finanziario), ma rendendo più difficile al cliente la valutazione del costo complessivo del suo investimento. 
 
Una strada che, secondo la Fecif, contraddice la filosofia della Mifid perché porta appunto alla "quasi" scomparsa di una voce di costo unica complessiva e confrontabile tra i vari KIID che, inoltre, dovrebbero aiutare i clienti a comprendere le caratteristiche del prodotto sottoscritto e non del servizio di consulenza ricevuto. 
 
Non solo. Secondo quanto indicato nel report della ECON il nuovo articolo 13 impone limiti (e obblighi) stringenti all'onorario che un consulente finanziario (ex-promotore finanziario)/consulente può richiedere (e deve dichiarare) quando presta un servizio di advice.
 
Innanzitutto, secondo la proposta della ECON, all'interno del KIID la fee relativa al servizio di consulenza non deve basarsi su una percentuale, salvo accordi differenti presi con il cliente. E se si sceglie la via di una commissione fissa è importante che il consulente finanziario (ex-promotore finanziario) sia in grado di definire con precisione cosa comprende questa commissione in termini di tempo dedicato al cliente e in termini di durata del rapporto con il cliente stesso. 
 
In pratica, sottolinea la Fecif, se si sceglie, come spesso accade, l'ipotesi di una fee calcolata come "premium" per l'attività svolta gli intermediari dovrebbero prevedere in partenza tutti i possibili scenari (positivi, negativi e neutrali) o, eventualmente, modificare la parte di KIID a cura dell'intermediario ogni volta che tali scenari cambiano. In sintesi: più burocrazia, più costi e meno tempo da dedicare al cliente. 
 
Non solo. Sempre secondo l'articolo 13 proposto nel report firmato ECON, nel KIID dovrà essere indicato in maniera chiara e dettagliata il tempo dedicato all'attività di consulenza. Ovvero il consulente finanziario (ex-promotore finanziario) dovrà dire in anticipo quante ore e quanti minuti (così è scritto nel report) pensa di dedicare al servizio di "advice".
 
"Praticamente impossibile" scrive la Fecif che sottolinea la difficoltà per i consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) e i consulenti di prevedere in anticipo il tempo da dedicare, magari in 30 anni di rapporto, ad un singolo cliente.
 
Ma il vero fiore all'occhiello della proposta firmata ECON è il tetto massimo dato alla tariffa oraria che un consulente finanziario (ex-promotore finanziario) può chiedere: "l'importo totale da pagare per la consulenza non deve superare i 200 € [l'ora]".
 
Visti tutti i paletti apparsi nella proposta di revisione del KIID le strategie delle reti, pronte a incrementare ulteriormente l'offerta del servizio consulenza, e delle banche, che sembrano intenzionate a costruire strutture con meno dipendenti ma più "agenti", sono destinate a fallire, perché se lo scenario dipinto dalla Fecif sulla base del report ECON si avvererà, il nuovo mercato della consulenza finanziaria sarà un piatto ricco solo per chi si affida a dipendenti: i dipendenti di banca e delle compagnie assicurative ricevono una retribuzione variabile inferiore rispetto ai consulenti finanziari (ex-promotori finanziari), potendo fare affidamento su uno stipendio fisso. Ecco perché, all'interno di un KIID sintetico, quei costi potrebbero risultare agli occhi del cliente più vantaggiosi, quando magari, nel computo totale, non lo sono.
 
 
Un documento, il KIID, nato per rendere più semplici le scelte dei clienti esplicitando i costi complessivi legati allo sottoscrizione di un prodotto finanziario potrebbe trasformarsi, secondo la Fecif, in un'arma anti-consulenza e determinare l'uscita di scena di molti operatori.
 
 

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