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UBP, costruire le fondamenta per un'economia circolare

11/25/2019 | Lorenza Roma

Obiettivo da perseguire? Porre fine alla cultura del “take, make, waste” che consuma le risorse naturali


"I Governi e i consumatori si sono resi conto della necessità di decarbonizzare l’economia", spiega Victoria Leggett, Head of Impact Investing, Union Bancaire Privée (UBP). "Francia, Regno Unito, Norvegia e Svezia stanno lavorando per diventare carbon neutral e altre 15 nazioni hanno iniziato discussioni approfondite sul tema". Il cambiamento in corso nell’economia globale richiede una grande quantità di investimenti, da cui trarranno vantaggio le aziende che stanno lavorando per essere all’altezza delle sfide ambientali e sociali. Secondo la responsabile di UBP, beneficiare dalle eccezionali potenzialità di crescita di queste aziende nei prossimi decenni è esattamente quello che fa l’impact investing: selezionare asset che abbiano un impatto sulla società positivo e misurabile, offrendo contemporaneamente agli investitori prospettive attraenti.

 

Ma come possiamo identificare questi potenziali asset e valutarne l’impatto? "Le attuali metodologie di selezione si basano sul piano proposto dai 17 Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite (SDGs)", spiega Leggett. "UBP ha sviluppato la propria metodologia personalizzata, in partnership con il Cambridge Institute for Sustainability Leadership (CISL): si suddivide la SDG in sei principali temi di investimento, quali bisogni primari, salute e benessere, economie eque e inclusive, stabilità climatica, ecosistemi sani e comunità sostenibili. Le società vengono poi analizzate a livello tematico utilizzando criteri “IMAP” (intenzionalità, materialità, addizionalità, potenzialità) per misurare l’intensità dell’impatto. L’obiettivo è quello di valutare, ad esempio, la porzione di investimenti in R&S allocati su soluzioni che generino un impatto positivo, o la porzione di ricavi proveniente esclusivamente da queste soluzioni. Inoltre, è importante determinare se una società è posizionata per diventare leader nel suo ambito".

 

Ad esempio, per la categoria “ecosistemi sani”, Aquafil è un eccellente esempio di società con un potenziale attraente in termini sia di fondamentali finanziari solidi. Così come “Econyl”, che recupera i rifiuti di nylon e li trasforma in filo di nylon di alta qualità. "Aziende a impatto positivo come Aquafil - conclude Leggett - stanno aiutando a costruire le fondamenta per una crescita sostenibile e per un’economia circolare in netto contrasto con quella lineare del “take, make, waste” ("prendi, fai, butta"), che consuma le risorse naturali. In un’economia circolare, infatti, i prodotti e i materiali alla fine del loro ciclo di vita vengono riciclati e rigenerati. Tuttavia, la strada per diffondere queste pratiche è ancora lunga. Oggi, solo il 9,1% dell’economia globale è veramente circolare. È qui che l’Impact investing gioca un ruolo di primo piano, sia per la salvaguardia del paese sia per ottenere performance sostenibili sugli investimenti".

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