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Reti, bilancio positivo in un anno complicato

1/4/2023

Grazie a una raccolta molto positiva nel corso del 2022 gli intermediari sono riusciti a limitare gli effetti negativi sul patrimonio complessivo causati dalle turbolenze sui mercati


Il 2022 è stato un anno particolarmente negativo per gli investimenti, con Wall Street che ha registrato la performance peggiore dalla crisi finanziaria del 2008, e i mercati obbligazionari che hanno messo a segno perdite anche a due cifre. Nonostante questo contesto difficile, secondo quanto rilevato da Assoreti, grazie a una raccolta molto positiva nel corso dell’anno, gli intermediari sono riusciti a limitare gli effetti negativi sulla valorizzazione del patrimonio complessivo.

 

A fine settembre 2022, la valorizzazione dei prodotti finanziari e dei servizi di investimento, distribuiti dal campione di imprese associate tramite i consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede ha registrato infatti un calo tutto sommato contenuto del 4,1% anno su anno, a 725,4 miliardi di euro. Le masse complessive dei prodotti del risparmio gestito sono quelle che hanno sofferto di più, con un calo anno su anno del 7,3% e dell’1,6% rispetto al trimestre precedente, risultando pari a 494,7 miliardi di euro. Al contrario è cresciuta la valorizzazione della componente in regime amministrato, che si è attestata a 230,7 miliardi di euro, in aumento del 3,3% anno su anno e dello 0,6% trimestre su trimestre. L’incidenza della componente di portafoglio costituita dai prodotti del risparmio gestito è scesa, quindi, al 68,2% con una riduzione di 2,3 punti percentuali su base annua. 

 

Nel primi nove mesi del 2022 il patrimonio delle gestioni individuali è diminuito del 4,7% anno su anno, attestandosi a 77,5 miliardi di euro, con una quota in portafoglio totale stabile al 10,7%. Le GPF, con una valorizzazione di 37,1 miliardi, registrano una contrazione del 4,6% anno su anno mentre le GPM, pari a 40,4 miliardi, hanno anch’esse registrato una dinamica tendenziale di flessione (- 4,9% anno su anno) a fronte, però, di una variazione congiunturale lievemente positiva nel trimestre. 

 

Anche la valorizzazione delle posizioni assicurative e previdenziali ha evidenziato una contrazione, pari al 3,3% anno su anno, attestandosi a 199,6 miliardi di euro. La flessione ha colpito in particolare le unit linked (- 8% a/a) con una valorizzazione pari a 97,4 miliardi, mentre i prodotti assicurativi multiramo, con 38,6 miliardi, hanno segnato una crescita del 5,8%.

 

Venendo infine alla valorizzazione degli strumenti finanziari amministrati, a fine settembre era pari a 101,5 miliardi di euro, in calo del 3,2% anno su anno, con una incidenza in portafoglio del 14%.

Ovviamente la contrazione ha riguardato in maniera più significativa i titoli azionari, che a causa del calo dei marcati hanno visto una flessione del 12,4% anno su anno, ma non ha risparmiato i titoli obbligazionari, che hanno visto la loro valorizzazione ridursi del 3,9%. Di converso, è aumentata la valorizzazione dei titoli di Stato (+10% anno su anno, a 19,5 miliardi di euro), dei certificate (+6,9% a 6,9 miliardi), e della liquidità su conti correnti e depositi, che con una crescita del 9,1% anno su anno ha raggiunto a fine settembre 129,3 miliardi di euro, con un’incidenza sul patrimonio complessivo pari al 17,8%.

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