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10/29/2014 | Redazione Advisor
Il portafoglio medio dei family office ha generato un ritorno annuo del 9%, con leggere differenze per area geografica, strategia d'investimento e dimensioni della struttura. É quanto emerge dal Global Family Office Report 2014 di UBS, una ricerca realizzata in partnership con Campden Wealth tra l'inverno del 2013 e la tarda primavera di quest'anno su un campione di 205 family office a livello globale, riconducibili ad asset in gestione pari a 180 miliardi di dollari. Dai dati raccolti emerge un forte orientamento alla grande rotazione dal reddito fisso ai titoli azionari, a conferma di uno spostamento complessivo dei family office verso strategie di crescita, a livello globale.
Le società di servizi specializzate nella gestione dei grandi patrimoni familiari hanno speso in media 86 punti base in termini di costi operativi e di questi la metà è rappresentata dall'attività d'investimento. Oltre il 50% delle spese relative agli investimenti – 21 punti base in media – sono stati destinati a società esterne. I family office che gestiscono masse per oltre un miliardo di dollari hanno allocato all'outsourcing 35 punti base, rispetto a una media di 58 punti base riferibile a strutture più piccole. Tuttavia, osserva la ricerca, le realtà che hanno dato la gestione degli investimenti in outsource sono state quelle con minori probabilità di sovraperformare i benchmark di riferimento. Nel complesso, i family office che riportano alti livelli di coinvolgimento dei beneficiari hanno perseguito strategie di crescita più aggressive, sostenuto costi più elevati e ottenuto prestazioni inferiori ai parametri di riferimento.
Un terzo dei family office ha effettuato donazioni per almeno 10 milioni di dollari, per lo più focalizzati su settori come helathcare e istruzione. Le donazioni nell’area Asia-Pacifico sono aumentate del 10% rispetto allo scorso anno: qui il 77% delle strutture ha effettuato una qualche forma di impegno filantropico, ponendo la regione al secondo posto nella classifica mondiale, subito dopo il nordamerica. Se l’Europa è il luogo in cui si registrano le maggiori donazioni, quasi un terzo dei family office non gestisce gli aspetti filantropici delle famiglie.
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