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27/06/2016
Haefele (Ubs): "Brexit può creare opportunità sui risk assets"
di PierEmilio Gadda
Highlights- All'indomani del voto che ha cambiato il destino dell'Ue, il cio della banca svizzera dichiara un sovrappeso su azioni Usa, Obbligazioni high yield e bond investment grade Usa

Si apre un capitolo inedito nella storia dell'Unione Europea. Denso di incognite per le imprese, i cittadini e gli investitori. La reazione immediata dei mercati ai risultati del referendum sulla Brexit è stato violenta, all'insegna del panic selling. L'incertezza sui tempi e i modi del divorzio di Londra dall'Ue continuerà ad alimentare ondate di volatilità. "In assenza di un qualche bazooka o di maggiore chiarezza politica, i mercati potrebbero andare ancora più giù, prima di stabilizzarsi", avverte Mark Haefele, global chief investment officer wealth management di Ubs.
Secondo Haefele, però, il quadro venutosi a creare giovedì notte con il voto pro-Brexit pone dei rischi ma offre anche potenziali opportunità. "Le prospettive di medio termine saranno determinate dalla risposta delle banche centrali, dall'appetito per il rischio a livello globale, dal rischio politico e dal contagio sul piano economico - premette il cio -. Rimaniamo fiduciosi nell'intervento delle autorità monetarie, qualora si rendesse necessario per garantire il corretto funzionamento dei mercati finanziari. E mentre il rischio politico è in evoluzione, non abbiamo per adesso prove evidenti di un significativo contagio finanziario o economico a livello globale. Continueremo a monitorare la situazione, ma crediamo che i risk assets possano concludere l'anno a livelli più elevati rispetto agli attuali. Sovrappesiamo le azioni americane, il reddito fisso investment grade amerciano e le obbligazioni high yield europee".
Secondo molti osservatori il maggiore pericolo è che la vittoria di Brexit torni a soffiare sul fuoco delle pulsioni anti-europeiste ben radicate nel Vecchio Continente, alimentando i timori ormai sopiti di una frattura dell'euro. In Francia, Olanda, Italia partiti e movimenti populisti hanno già invocato una chiamata al voto popolare per decidere l'eventuale uscita. In Spagna, ha prevalso la ricerca della stabilità: è fallito il tentativo di sorpasso delle forze di Podemos sul partito socialista; il leader del partito popolare, Mariano Rajoy è uscito rafforzato dalle urne ma non sarà facile per lui dare vita a una maggioranza di governo che non sia fragile. Per gli analisti di Credit Suisse, il maggiore rischio politico è sull'Italia, dove in ottobre si terrà il referendum costituzionale, ritenuto il vero banco di prova per la tenuta della maggioranza.
La speranza è che un'azione coordinata da parte delle maggiori banche centrali possa rassicurare gli investitori, evitando che l'avversione al rischio torni sopra i livelli di guardia. La Bank of England si è impegnata a immettere liquidità per 250 miliardi di sterline. Il Ministro delle Finanze giapponese ha ideato un piano di timolo da 10 mila miliardi di yen da mettere in campo nel caso in cui l'eco di Brexit dovesse danneggiare l'economia domestica. La Banca centrale europea si è detta pronta a intervenire a sua volta, in caso di necessità. "Il voto di giovedì scorso rende probabile un'estensione delle politiche espansive, improntate al "looser-for-longer" da parte delle autorità monetarie - osserva Haefele -. Ci aspettiamo un taglio dei tassi a zero nel Regno Unito entro fine anno mentre la Fed, la Banca centrale europea e la Bank of Japan diventeranno probabilmente più dovish, come conseguenza della Brexit. Questo dovrebbe fornire un supporto ai rischi asset nei prossimi mesi".
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