Secondo una indagine Mediobanca, cresce la partecipazione...
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05/09/2016
Post Brexit, mercati ancora rialzisti
di Redazione Advisor
Highlights- Haefele (Ubs WM): “Abbiamo sovrappesato le azioni statunitensi e il debito investment grade degli Stati Uniti, così come le azioni dei mercati emergenti sulle azioni svizzere”

Molti temevano che il voto del Regno Unito per uscire dalla Ue avrebbe rappresentato una significativa battuta d'arresto per i mercati globali. Invece, a parte l'impatto sulla sterlina inglese, il grande crollo post-Brexit è durato solo pochi giorni, così la rassicurante risposta della Bank of England (BoE) e i dati più forti altrove hanno permesso ai mercati di concentrarsi sulla crescita mondiale. Ora, tutti e tre i parametri di riferimento del mercato azionario statunitense sono vicini a livelli record. Le azioni dei mercati emergenti (EM) sono ai picchi dell'ultimo anno; le obbligazioni high yield hanno tenuto nonostante i prezzi volatili del petrolio. E, all'altra estremità dello spettro del rischio, sul fronte obbligazionario i rendimenti sono sotto zero.
Cosa fare ora?
“I nostri portafogli diversificati e il nostro sovrappeso in titoli azionari statunitensi hanno beneficiato del rally post-Brexit”, ha spiegato Mark Haefele, Global Chief Investment Officer di Ubs Wealth Management, che poi ha aggiunto: “Nel corso della nostra asset allocation tattica a sei mesi, restiamo fiduciosi che i mercati saranno ancora rialzisti. Abbiamo sovrappesato le azioni statunitensi e il debito investment grade degli Stati Uniti, così come le azioni dei mercati emergenti sulle azioni svizzere”.
In particolare, a livello di asset allocation tattica, le tendenze di una crescita economica globale, la politica della banca centrale e i profitti aziendali hanno giustificato la posizione “risk-on” di Ubs WM. I consumatori degli Stati Uniti rimangono in buona salute, i salari medi sono in crescita al 3,4% secondo la Fed di Atlanta, vicino al livello più alto dal marzo 2009 e il patrimonio netto delle famiglie americane è a un picco storico. E ancora, la crescita della domanda interna nella seconda metà dell'anno dovrebbe contribuire a rilanciare l'incremento degli utili per azione al 3% per l'intero anno. “Dal momento in cui gli oneri finanziari americani aumenteranno gradualmente, i costi del debito societari rimarranno bassi per le imprese Usa e per quelle dei mercati emergenti", ha commentato Haefele, che poi ha aggiunto: “Questo supporta le nostre posizioni di un sovrappeso nei titoli azionari degli Stati Uniti e dei mercati emergenti nei portafogli globali. I titoli Usa appaiono ancora interessanti rispetto alle obbligazioni di alta qualità, nonostante scambino a un rapporto prezzo/utili a premio del 15% rispetto alla media dal 1960. Nel mercato del credito, invece, rimaniamo sovrappesati sul debito investment grade Usa, il cui spread di 109 punti base offre ancora un'attraente portata rispetto alle obbligazioni high grade”.
Ubs WM resta inoltre sovrappesata sulle azioni dei mercati emergenti rispetto ai titoli svizzeri. “Abbiamo visto segnali incoraggianti di stabilizzazione delle economie emergenti, con gli utili che sembrano essersi stabilizzati dopo una scivolata del 30% dall'inizio del 2012. Al contrario, le azioni svizzere, che sono appesantite verso i settori difensivi, trarranno meno beneficio dal rilancio della crescita globale”.
Infine, è stata fatta una modifica all'asset allocation tattica globale di questo mese, eliminando il sottopeso sul dollaro australiano rispetto al dollaro Usa. Secondo il Global Chief Investment Officer di Ubs Wealth Management, “sulla scia del secondo taglio dei tassi ai primi di agosto da parte della Reserve Bank australiana, i rischi a breve termine per il dollaro australiano/dollaro Usa (Aud/Usd) risultano più bilanciati". Il dollaro australiano ha tenuto il suo valore grazie alla performance industriale della Cina e degli altri emerging market più forte delle attese, segno che l'Australia dovrà affrontare minori battute d'arresto nel breve termine della crescita interna e vista la percepita riluttanza della Fed ad alzare i tassi in un momento in cui altre centrale banche rimangono in modalità di allentamento. In questo contesto, “manteniamo la nostra previsione Aud/Usd a sei mesi a 0.71, mentre abbiamo aumentato la nostra visione a 12 mesi a 0,71 (dal precedente 0,68)”, ha concluso Haefele.
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