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11/10/2016
Bond Europa, i segnali del ribilanciamento
di Redazione Advisor
Highlights- Potenzialità e rischi illustrati da Lanza (Hedge Invest Sgr). La vera paura sul mercato obbligazionario è data dall’illiquidità, che è cresciuta, mentre è calato il capitale disponibile per operazioni di mercato

Nella fase attuale, sul mercato ci sono moltissimi e variegati driver che stanno portando a un’accelerazione delle aspettative di reflazione con un possibile aumento dei tassi. Allo stesso tempo, però, persiste la volontà di rispettare il vecchio adagio di non combattere le Banche centrali che stanno mantenendo i tassi bassi.
“Ora, però, siamo arrivati all’inflation point, cioè al punto in cui non bisogna combattere le Banche centrali nel loro obiettivo finale, ossia la creazione di inflazione". A parlare è Filippo Lanza, gestore del fondo HI Numen Credit di Hedge Invest Sgr, che, ricorda che è vero che siamo reduci da un mercato obbligazionario super rialzista, ma che ora la situazione è drammatica dati i trilioni di bond a tasso negativo. “Tuttavia, ora vediamo molti fattori che potrebbero innescare un ribilanciamento dei mercati obbligazionari con una salita tassi di interesse”, prosegue Lanza che fa riferimento al riequilibrio nel mondo delle commodity, soprattutto al settore dell'energia, alla politica fiscale (in Europa e in Usa si sta, infatti, muovendo da una forma di austerità a un approccio molto più flessibile) e alla politica monetaria, che potrebbe cambiare.
Tra i potenziali rischi, Lanza ritiene che al momento, la vera paura sui mercati obbligazionari sia data dall’illiquidità, che è andata crescendo, mentre è calato il capitale disponibile per operazioni di mercato. “Per questo motivo, evitiamo bond troppo illiquidi”, dichiara il gestore che come seconda seconda preoccupazione mette l'esito delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, che rappresenta un’incognita molto forte a livello di market price. Altra fonte di preoccupazione è capire come verrà gestita la Brexit (“È più facile un’hard Brexit di una soft Brexit”, dichiara), mentre il quarto timore è dato dalle elezioni francesi e tedesche.
Per quanto riguarda, invece, l’Italia, secondo Lanza, il referendum costituzionale è forse stato un po’ esagerato in termini di impatti sui mercati, così come avvenuto per la Brexit. “Non crediamo che farà la differenza, anche nello scenario apocalittico di arrivo di un governo tecnico – commenta - Tante cose buone sono state fatte con governi tecnici. Siamo più preoccupati per l’eventuale tapering della Bce, che sarà inevitabile quando ci sarà l’accordo dell’Opec”.
In questo contesto, uno dei Paesi più esposti è la Gran Bretagna. “A breve, verrà annunciato il primo budget di Hammond, atteso come molto espansivo. La Bank of England sarà la più esposta a livello di concentrazione del proprio bilancio sui titoli governativi, con quasi 700 miliardi di dollari in pancia", spiega Lanza che poi conclude dicendo che “inoltre, l’istituto non ha quasi posizioni in oro”, che “la qualità del bilancio è molto molto bassa” e che “da qui a marzo 2017 ci aspettiamo un’ondata di vendite sui titoli di Stato inglesi”.
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