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Credit Suisse, fuori dall'equity ma avanti dritta sui mercati emergenti

11/2/2016 | Stefania Pescarmona

Nell'azionario, i settori sanitario e It aggiungono solidi driver per gli utili, mentre nel reddito fisso le obbligazioni finanziarie e degli emergenti sono le fonti favorite di rendimento


Restiamo negativi sull'equity nel suo complesso, le cui valutazioni attuali sono in contrasto con i bassi utili, ma siamo rialzisti sulle azioni dei mercati emergenti, su quelle australiane e svizzere e sui settori sanitario e informatico. Questa l'opinione di Nannette Hechler-Fayd'herbe, head of global investment strategy di Credit Suisse, che spiega che il settore IT vanta le prospettive di crescita e utili più solide e offre buone distribuzioni di dividendi, mentre quello sanitario gode di uno dei tassi di crescita dei ricavi più solidi, ma di recente è rimasto indietro. I mercati emergenti, invece, evidenziano fondamentali costantemente migliori rispetto agli ultimi due anni, hanno un significativo potenziale di recupero in rapporto ai mercati sviluppati e sono ancora decisamente sottoponderati nelle allocazioni degli investitori.

Spostandoci dall'equity al reddito fisso, l'Investment Committee di Credit Suisse è neutrale nel complesso, ma suggerisce di continuare a focalizzarsi sulle obbligazioni finanziarie e dei mercati emergenti (in valuta forte e locale). “I titoli finanziari (in Europa) sono esposti al risultato del referendum costituzionale italiano, ma mitighiamo tale rischio nell’ambito della nostra strategia d’investimento tramite una sottoponderazione nelle azioni europee”, spiega Hechler-Fayd'herbe, che - all'interno dell'Investment monthly di novembre - poi prosegue dicendo che “mentre le banche statunitensi presentano dei fondamentali più solidi e un minor rischio di cause rispetto alle controparti europee, i titoli subordinati europei e una selezione di obbligazioni finanziarie senior dei mercati emergenti offrono un differenziale di rendimento più interessante”.

Nelle commodity, Credit Suisse continua a restare positiva sull’energia, mentre mantiene una raccomandazione underperformance sui metalli industriali (dove il rame, in particolare, sta registrando una flessione in risposta alla nuova offerta e a una domanda poco entusiasmante) e un giudizio neutrale sul settore immobiliare, che ha risentito del rialzo dei rendimenti obbligazionari.

Infine, nelle valute, l'istituto elvetico prevede che il dollaro australiano e una selezione di valute dei mercati emergenti si rafforzeranno fino a fine anno. Secondo Credit Suisse, dei rialzi molto graduali dei tassi d’interesse statunitensi probabilmente limiteranno il rialzo del dollaro americano (Usd) rispetto a valute come l'euro (Eur) o il franco svizzero (Chf), che chiaramente godono di un sostegno dei tassi d’interesse inferiore rispetto al biglietto verde, ma di un maggiore potere d’acquisto e di una solidità degli asset esteri netti. Tra le valute che dovrebbero, invece, trarre vantaggio da prezzi del petrolio più solidi c'è la corona norvegese (NOK), che appare sottovalutata.

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