Secondo una indagine Mediobanca, cresce la partecipazione...
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04/01/2017
Private, si rafforza il rapporto banca-cliente
di Stefania Pescarmona
Highlights- Secondo i dati Aipb, sono sempre meno i clienti disposti a seguire il proprio banker se questo cambiasse istituto di appartenenza. Il dato scende infatti al 5% dal 12% del 2015

Nell’industria del private banking è in atto un’evoluzione che piano piano sta mutando la compagine del settore: le nuove norme che andranno incontro alla clientela, i nuovi flussi in entrata nel perimetro Aipb, la tecnologia Fintech e i robo-advisor sono esempi che ben spiegano cosa sta accadendo.
Ci sono tuttavia cambiamenti più “interni” che vale la pena analizzare. Uno di questi inerisce il tema della retention della clientela. Si è abituati, infatti, al ruolo chiave del private banker nella relazione con il cliente: soprattutto in passato, spesso il cliente cambiava istituto di appartenenza insieme al banker proprio perché era il professionista a detenere il rapporto esclusivo con lui, non tanto la banca.
Nell’ultimo anno, qualcosa è cambiato. A giudicare dai dati forniti dall’Ufficio Studi Aipb, sembrerebbe che la banche abbiano investito molte energie nel lavoro dell’attraction della clientela. Rispetto al 2015, l’immagine della banca, nella prospettiva del cliente, ha avuto un evidente spostamento in avanti in tutte le dimensioni di cui il cliente ha potuto fare esperienza, istituzionale, empatica e, in particolare, sociale. Per il 79% dei clienti la banca offre, infatti, soluzioni tecniche di qualità; sempre per il 79% degli intervistati propone soluzioni coerenti con i bisogni del momento, mentre per il 65% contribuisce allo sviluppo economico del territorio.
Questi dati portano, quindi, a dire che il servizio di private banking offerto dagli operatori di settore si stia rafforzando in maniera sempre più consolidata. Non deve stupire, così, che i clienti siano sempre meno disposti a seguire il proprio private banker se questo cambiasse istituto di appartenenza (il dato è sceso, infatti, al 5% dal 12% del 2015).
“Bisogna prendere atto di quello che sa succedendo – dichiara Aipb - In futuro, se si vorrà mantenere alta e ben spiegata la bandiera della competitività nel settore, il rapporto cliente-banker dovrà allentarsi un po’ di più per fare spazio anche alla banca e lasciarle l’opportunità di crescere nel mercato di riferimento, altrimenti l’evoluzione naturale dell’industria non potrà avere pieno compimento”.
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