Private banking, il lavoro di squadra è il valore aggiunto

di Stefania Pescarmona

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Secondo Aipb, il 62% dei banker ritiene che chi svolge questa professione debba essere in grado di valorizzare il team a suo supporto, ma solo il 30% considera interessante affiancare una figura junior

La News

Nonostante nel private banking la relazione professionale cliente-banker sia in genere a tu per tu, spesso il banker sente la necessità di lavorare con altri colleghi. Il lavoro di squadra non è però un processo facile né immediato, poiché si basa sull’interazione con e tra più individui, che hanno personalità e modalità di relazione diverse. Eppure il lavoro di squadra può rappresentare il valore aggiunto di questo mondo, dove però poco viene fatto, soprattutto per supportare i più giovani.

Secondo l’indagine “Take care of your private banker” condotta da Aipb, il 62% di questi professionisti ritiene che chi svolge questa professione debba essere in grado di valorizzare al meglio i colleghi che lo supportano nel proprio lavoro. Il teamwork non è quindi visto solo come necessario per il conseguimento di certi obiettivi, ma è concepito come un valore aggiunto per la professione.

In questa modalità lavorativa, figure di anzianità diversa possono trovarsi a interagire tra loro. A livello di anzianità, è noto che l’età media in questo settore sia piuttosto alta: quasi il 40% ha, infatti, più di 50 anni. In questo contesto, è naturale che vi siano iniziative costanti per inserire figure junior, che hanno quindi la necessità di essere formate adeguatamente.

Solo il 30% dei banker senior intervistati, però, le affiancherebbe per supportarle nel fare esperienza sul campo. Di contro, il 60% dei banker junior vorrebbe essere seguito prioprio da una figura senior per migliorare la propria formazione. Facile quindi comprendere come questi numeri dimostrino dinamiche di un settore in cui non sembra così semplice organizzare un lavoro di squadra, nonostante questa sia la strada più corretta da percorrere.

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