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Spaxs, tutti i dettagli della fusione con Banca Interprovinciale

7/25/2018 | Redazione Private

La banca che sorgerà dalla fusione tra Spaxs e Banca Interprovinciale sarà specializzata nel mercato delle Pmi italiane, avrà attivi di 7 miliardi e un utile netto-obiettivo di circa 300 milioni al 2023.


La banca che sorgerà dalla fusione tra Spaxs e Banca Interprovinciale sarà specializzata nel mercato delle Pmi italiane, avrà attivi di 7 miliardi e un utile netto di circa 300 milioni al 2023. È quanto prevede il piano strategico che il presidente di Spaxs Corrado Passera ha presentato alla comunità finanziaria in occasione dell’investor presentation per l’approvazione della business combination con Banca Interprovinciale (nella foto, da sx a dx: Francesco Mele, Carlo Panella, Corrado Passera, Enrico Fagioli, Andrea Clamer).

 

La nuova banca – viene spiegato in una nota – nascerà dalla “Business Combination” (quotazione tramite fusione) tra Spaxs e Banca Interprovinciale, su cui pende il via libera della Banca d’Italia e della Bce. Le carte dell’operazione, che verrà sottoposta all’assemblea degli azionisti di Spaxs il prossimo 8 agosto in prima convocazione e il 31 in seconda, sono già state presentate in Via Nazionale e a Francoforte. La chiusura dell’operazione è prevista per il mese di settembre.


Passera prevede un utile di “40-50 milioni di euro” già nel 2020, e, nell’arco del piano, un ritorno sul capitale investito (Roe) di circa il 25%, un rapporto tra costi e margine di intermediazione (Cost Income Ratio) inferiore al 30% e un Common Equity Tier 1 del 15%.


La nuova banca prevede di iniziare a pagare un dividendo nel 2022, con un payout del 20%, per poi salire al 25% (pari a una cedola di circa 75 milioni) nel 2023. Parallelamente, il Cet1 salirà al 17,5-18% nel 2020 e al 20% nel 2023.


La struttura

L’istituto di credito opererà attraverso tre divisioni. Una sarà dedicata agli impieghi alle Pmi, incluso il segmento delle aziende che rischiano l’insolvenza. La seconda opererà nei crediti deteriorati alle imprese con o senza garanzia e la terza opererà come banca diretta digitale per la clientela retail e corporate.


“La nuova Banca Interprovinciale – spiega Passera, che sarà il nuovo amministratore delegato della banca che risulterà dalla fusione – si concentrerà su settori molto grandi e non sempre serviti adeguatamente come il credito alle Pmi con potenziale, ma con rating basso e si propone di diventare un operatore leader nel settore dei corporate Npl, unsecured e secured. Offriremo inoltre servizi di banca diretta a famiglie e imprese a oggi ancora non disponibili nel nostro paese”.


Passera sarà affiancato da Andrea Clamer, co-promotore di Spaxs, alla guida divisione Npl. Enrico Fagioli Marzocchi sarà a capo della divisione Pmi, mentre a Carlo Panella è affidata la responsabilità dell’Information Technology e la divisione Retail. Completa la squadra Francesco Mele, direttore finanziario e Central Functions. La nuova banca opererà inizialmente attraverso la piattaforma esistente, ma entro 12 mesi conta di avere processi completamente digitali. Per lo sviluppo della piattaforma digitale e nel settore informatico sono stati ipotizzati investimenti per 50 milioni di euro e spese operative complessive per 45 milioni di euro nell’intero arco di piano. L’obiettivo è raggiungere 200mila clienti retail e depositi per 2,1 miliardi di euro.


Passera: “No acquisizioni di altre banche, già vinta una gara Npl”

La nuova banca non metterà nel mirino altri istituti per future acquisizioni. “Non guarderemo ad altre acquisizioni di banche – ha assicurato Passera – Volevamo avere la licenza e non abbiamo bisogno di altro. Saranno possibili piccole acquisizioni, ma parliamo di segmenti di competenze o strutture specialistiche per fare qualcosa di particolare”. Esclusa anche la richiesta di nuovi capitali al mercato: “Ci impegniamo a portare risultati senza chiedere altri soldi agli azionisti, questo progetto è interamente finanziato con i 600 milioni raccolti", ha garantito Passera.


Sebbene la business combination non sia prevista prima di settembre, ha annunciato Passera, l’istituto si è già aggiudicato un portafoglio di npl da circa 300 milioni lordi ed è quindi pronto ad avviare l’attività. Il progetto prevede la valorizzazione di tutti i dipendenti di Banca Interprovinciale e una crescita del personale a 400 unità nel 2020 e a 700 nel 2023.


Ancora incerto invece il destino delle sette filiali attualmente esistenti: “Vedremo se licenze di filiali ci potranno servire per rendere operativa la nostra sede di Milano o altre, ma è chiaro che non avremo una struttura disegnata su filiali”, ha notato Passera. “Questo – ha scandito in conclusione – è un progetto che si chiama «fiducia nell’Italia», perchè investitori italiani ma anche non italiani, a fronte a un progetto non facile, hanno detto: «noi ci crediamo». C’è uno spazio da coprire da parte di un nuovo operatore bancario, quello delle Pmi che potrebbero fare meglio e che oggi non sono seguite, quello delle categorie del credito e dell’investimento difficile. Abbiamo creato una banca intorno a questo bisogno”, ha chiosato.


Massimo riserbo sul nome del nuovo istituto, che sarà svelato in occasione dell’assemblea che l’8 agosto approverà la business combination. “È un nome che interpreta lo spirito di questa cosa”, si è limitato a dire Passera.

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