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Private equity: le grandi opportunità delle Pmi secondo Unigestion

1/30/2019 | Redazione Private

Nell’ultima edizione del Private equity thought-leadership paper, la casa di gestione francese riflette sulle opportunità offerte dall’investimento in Pmi.


Gran parte di ciò che consumiamo oggi è sviluppato, prodotto e consegnato da Piccole e medie imprese (Pmi) con valutazione inferiore a 500 milioni di dollari.

 

Inoltre, e contrariamente all'opinione diffusa secondo cui le imprese più piccole sono le più esposte alle crisi, durante l'ultima recessione le Pmi statunitensi creavano due milioni di posti di lavoro nel settore, mentre quelle più grandi riducevano il proprio organico. Mentre nella Ue, tra il 2002 e il 2010, oltre l’80% dei nuovi posti di lavoro netti sono stati creati da Pmi.


Le piccole e medie imprese sono quindi un elemento chiave per la crescita dell'economia nel suo complesso. Di conseguenza, la maggior parte degli investitori è interessata a sfruttare il potenziale di crescita di questo segmento più piccolo di mercato.


Tuttavia, queste società non sono generalmente quotate in borsa e le informazioni disponibili sono insufficienti. Pertanto, investire con specialisti di private equity focalizzati sul segmento Pmi può essere un modo interessante per accedere agli alti rendimenti potenziali che il segmento offre. L'obiettivo di un tipico investitore di private equity che opera in questo mercato è quello di individuare e investire in società che hanno il più alto potenziale di crescita e la capacità di diventare imprese leader.

 
I vantaggi delle Pmi
Il mercato legato alle Piccole e medie imprese è ampio e ha una considerevole gamma di opportunità di investimento. A livello globale si stimano circa 500.000 società in cui è possibile investire e questo numero aumenta ogni anno.


Infatti, il numero di buyout conclusi con meno di 500 milioni di dollari in valore d’impresa è di cinque volte superiore a quelli effettuati con un valore superiore a questa cifra.


Se si considerano, oltre alle operazioni di buyout, anche quelle di turnaround e growth capital, questo numero sale di dieci volte. Ciò accade costantemente da dieci anni a questa parte ed è improbabile che la situazione cambi nell’immediato futuro.


I fondatori di queste società continueranno ad avere problemi di successione, le aziende avranno sempre la possibilità di espandersi in nuovi mercati o lanciare nuovi prodotti e i conglomerati finanziari forniranno continuamente opportunità di spin-out.


Con un universo così ampio e diversificato, ci sono ovviamente un gran numero di aziende con un notevole potenziale di crescita, ma che al momento non sono molto conosciute dagli investitori - la difficoltà, ovviamente, è quella di trovarle. 


Meno dry powder
Attualmente, sul mercato del private equity vi sono importi record di capitale impegnato ma non ancora investito (c.d. "dry powder"), grazie ad una raccolta record di fondi. Tuttavia, le condizioni non sono necessariamente uniformi in tutto il mercato. Infatti, per i fondi di piccole e medie dimensioni, il dry powder è cresciuto ad un ritmo più lento rispetto al resto del mercato negli ultimi tre anni (a giugno 2018, CAGR 6% contro il 16% per le grandi imprese).


Con meno dry powser, la dinamica della domanda e dell'offerta rimane favorevole nella fascia bassa del mercato; il gran numero di piccole e medie opportunità di mercato dovrebbe facilmente assorbire il capitale disponibile.


Valutazioni interessanti
Sulla base dei multipli di EBITDA, le operazioni di piccole e medie dimensioni in Nord America e in Europa possono avere valutazioni inferiori del 50% rispetto a quelle di grandi dimensioni. Inoltre, il divario delle valutazioni tra queste due tipologie si è ampliato negli ultimi cinque anni. Perché esiste questo arbitraggio dei prezzi? Con più casi di dry powder nei portafogli dei gestori, la concorrenza per le operazioni nella fascia più ampia del mercato è diventata più intensa.


Minore leva finanziaria
Le piccole e medie imprese del mercato hanno storicamente un effetto leva (sulla base del multiplo dell'EBITDA) inferiore di circa il 20% rispetto ad analoghe società a grande capitalizzazione, in quanto le banche sono state generalmente più restie a fornire il credito alle imprese più piccole. Inoltre, una leva finanziaria minore e strutture patrimoniali più semplici consentono l'utilizzo di strumenti azionari privilegiati, offrendo così una maggiore protezione da rischi al ribasso e preservando al tempo stesso il potenziale di crescita dell'investimento.


Potenziale di crescita a lungo termine o trend a breve termine?
Gli investitori di private equity di maggior successo devono essere vicini ai mercati per differenziare le tendenze a lungo termine da quelle a breve. Ad esempio, dopo il disastro nucleare di Fukushima nel 2011, il governo giapponese ha emanato un divieto immediato e permanente dell'uso dell'energia nucleare. Poiché il Giappone è privo di combustibili fossili, c'era un disperato bisogno di energia prodotta localmente da fonti rinnovabili come alternativa a quella che veniva importata a costi più elevati. Questa poteva chiaramente rappresentare un’opportunità a lungo termine per le piccole imprese attive nel settore delle energie rinnovabili. Nel 2012, una società di private equity asiatica ha investito in un piccolo sviluppatore di energia solare nel paese e ha generato rendimenti interessanti per i suoi investitori.


Al contrario, Paesi come la Spagna hanno cercato di raggiungere i propri obiettivi in materia di energie rinnovabili, ma non hanno avuto nessuna urgenza in quanto potevano sempre ricorrere alle fonti energetiche tradizionali. Le imprese del settore delle energie rinnovabili in questi paesi sono quindi molto esposte ai cambiamenti normativi e, a nostro avviso, non sono destinate a crescere in modo significativo nel lungo termine.


Questa è la prima cosa di cui gli investitori di private equity dovrebbero essere ben consapevoli: dovrebbero puntare su aree che promettono una crescita a lungo termine, a differenza delle aziende esposte a temi che sono "caldi" al momento dell'investimento, ma che non hanno a disposizione driver concreti per garantire una crescita sostenibile.


Conclusioni
Il mondo è pieno di Pmi interessanti, la maggior parte delle quali sono nascoste alla vista dell'investitore medio. Per loro stessa natura, queste società saranno probabilmente presenti in un solo Paese e potrebbero essere gestite in maniera inefficiente o avere un team di gestione inesperto. Tuttavia, alcuni di queste imprese, sotto la giusta direzione, possono avere una maggiore valorizzazione. Il problema è riuscire a trovarle e qui si trovano le opportunità per gli investitori che hanno le giuste risorse, oltre a concentrazione, perseveranza e competenza.

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