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08/05/2020
Ecco quale sarà il ruolo della banche dopo la crisi Covid-19
di Redazione AdvisorPrivate
Highlights- Gianni Bizzarri, a.d. di Banca Ifigest e fondatore di Fundstore, analizza le principali misure messe in atto a livello europeo negli ultimi due mesi

La crisi economica provocata dal Coronavirus è stata del tutto inaspettata, dopo la performance dei mercati globali nel 2019, la migliore dalla crisi economica del 2008. Per questo motivo, fin dall’inizio dell’emergenza, si è parlato della necessità di attuare misure anticrisi volte a contrastare le ripercussioni economiche del Covid-19 che resterà ancora nei prossimi mesi l’antagonista principale dell’economia globale. La Bce, il cui peggior scenario prevede un crollo del Pil europeo del 15% nel 2020, svolgerà il ruolo di “big player” europeo con il compito di trainare verso la risalita, e trattenere dalla caduta, i paesi della zona Euro.
A partire dal primo giugno entrerà in vigore il primo pacchetto salva-Stati, confezionato in questi giorni, dal valore di 540 miliardi di euro, che prevede l’utilizzo del MeS in versione Light, la nascita di uno strumento a supporto delle casse integrazione (Sure) e il supporto della banca europea per gli investimenti (Bei) a supporto delle imprese.
“Per la prima volta c'è un forte commitment politico e anche la Germania sembra supportare le scelte della Commissione. Abbiamo grandissimo bisogno del sostegno dell’Europa e della BCE, che si sta muovendo nella giusta direzione”, osserva Gianni Bizzarri, A.D. di Banca Ifigest e fondatore di Fundstore.
Un altro intervento a sostegno della crescita economica dell’Ue è il Recovery Fund, le cui linee guida sono state tracciare dal presidente dell'esecutivo comunitario Ursula Von Der Leyen la settimana scorsa, durante l’ultimo meeting. La commissione europea ha ottenuto mandato dal Consiglio Ue che, sollecitato dalle richieste di molti Paesi, tra cui Francia e Italia, ha riconosciuto la necessità e l’urgenza di un nuovo strumento, il Recovery Fund, da dotare di risorse comuni da associare al bilancio comunitario nel periodo 2020-2027.
Queste risorse, per un valore pari al 2% del PIL europeo (ovvero di circa 1500 miliardi di Euro) saranno reperite attraverso l’emissione di titoli europei e l’utilizzo di trasferimenti a fondo perduto e saranno destinare ad interventi di sostegno all’economia e alla sua ripresa, soprattutto dei Paesi e dei settori e che sono stati maggiormente colpiti dalla crisi, come il turismo, l’industria e la ristorazione.
“Io ci vedo molti punti positivi...non si poteva pretendere che l'intero finanziamento fosse a fondo perduto. Se la restituzione sarà protratta sul bilancio europeo per un lungo periodo, 20-30 anni, potrà comunque assimilarsi ad un contributo di tale natura”, commenta Bizzarri in merito alle manovre.
La Bce ha allargato il proprio range di aiuti, comunicando la decisione di accettare come garanzia, a fronte della concessione di liquidità alle banche, anche titoli che con declassamento del rating, che hanno perso il titolo di “investment grade”. Buona notizia per l’Italia, che qualche giorno fa è stata vittima di un downgrade da parte di Fitch, che ha ridotto il merito del credito del debito italiano (BBB-), poco sopra la categoria “junk”.
In prima linea, sotto il comando di Christine Lagarde, la Bce che si è impegnata ad acquistare commercial paper (cambiali di piccole medie imprese), titoli di stato, corporate bond e cartolarizzazioni almeno fino alla fine dell’anno, attraverso Il Pandemic emergency purchase programme (PEPP). Il Quantitative Easing ammonterebbe a 750 mld, con possibilità di vedere incrementato tale valore, qualora risultasse necessario, di altri 250 miliardi entro settembre-ottobre, secondo l’ipotesi rilanciata dal Financial Times.
Per far questo servirà il supporto dell’intero sistema bancario e, in tal senso, ci sono stati dei recentissimi provvedimenti dell’esecutivo comunitario, al fine di facilitare il compito delle banche nel concedere finanziamenti a imprese e famiglie. Al via libera il piano Dombrovskis, sulla scia di quanto disposto dalla FED, il numero 2 della commissione UE: boccata d’ossigeno alle banche che guadagnano flessibilità sia sotto il profilo delle norme contabili che prudenziali, con un allentamento dei principi ex IFRS 9 e modifiche al calcolo del leverage. Novità che merita segnalazione è l’anticipazione dell’entrata in vigore prevista per giugno 2021, dello SMEs supporting factor, ossia la ridotta quota di esigenze di capitale che le banche devono rispettare per poter erogare finanziamenti alle PMI.
Per Gianni Bizzarri “l’impressione è che la crisi sopravviverà nel tempo, poiché il virus rimane presente e bisognerà gestirlo. A Wuhan, la vita e ricominciata ma non è totalmente normale, tutti hanno la mascherina e c’è un rigoroso distanziamento sociale. Servirà del tempo per vedere segnali di ripresa e di normalità; nel frattempo speriamo che la posizione del Governo italiano in Europa sia supportata anche dall’ex ministro Gentiloni. L’economia funzionerà più lentamente: riusciremo a recuperare un 70-75% da qui alla fine dell’estate. Bisognerà “mettere dentro” quelle risorse che non verranno recuperate spontaneamente dall’economia e per questo sarà necessario tutto il sostegno dell’Europa”.
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