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12/04/2017
Nordic Ideas - Quanto può durare il rally dei mercati?
di Nordea
Highlights- Le aspettative di una performance positiva di equity e high yield anche nella seconda metà dell´anno sono al momento discutibili.
- Focus sul comparto obbligazionario difensivo

Nel primo trimestre dell´anno i mercati hanno registrato una sorprendente impennata sulla scia di solidi dati su crescita e inflazione. I titoli azionari di tutto il mondo si sono attestati in cima alla classifica delle migliori performance, segnando una crescita del 7%. Contrariamente a quanto ci si sarebbe aspettato in una fase di risk-on, anche le obbligazioni governative hanno partecipato al rally, seguendo il movimento degli asset finanziari più rischiosi e quasi sfidandone la sostanza.
Al sentiment di fiducia generale riflesso nei principali indicatori di crescita si affianca infatti il legittimo dubbio sulla sostenibilità dell´attuale mercato rialzista, viste le alte aspettative di crescita. L´effettiva materializzazione di tali aspettative gioca un ruolo chiave nell´evoluzione futura dei mercati. Continueranno i bond governativi sulla scia rialzista o invece a prevalere sarà il comparto azionario e high yield?
Analizzando più nel dettaglio l´outlook macroeconomico globale, troviamo tre fattori degni di nota. Innanzitutto, con la stabilizzazione dei prezzi delle commodity, dovrebbe venir meno quella spinta inflazionistica che i mercati si attendono e ciò avrebbe effetti negativi sulla crescita degli utili aziendali. Circa metà della crescita degli utili registrata nel quarto trimestre 2016 è attribuibile proprio all´aumento dei prezzi dell´energia.
In secondo luogo, dopo quasi un decennio di politiche monetarie accomodanti, le banche centrali di tutto il mondo stanno “chiudendo i rubinetti”. Ciò si somma al rallentamento della crescita del credito registrato negli ultimi mesi. Se il Trumpismo dovesse prevalere, una politica fiscale espansiva potrebbe forzare la Federal Reserve ad aumentare i tassi più del previsto, con chiari ritorni negativi credito.
Infine, il terzo fattore da considerare è legato al fatto che il tasso di crescita del PIL implicito nelle attuali valutazioni è sui livelli registrati prima della crisi finanziaria globale (3,5% - 4%), una realizzazione che richiede una performance economica molto ambiziosa, se pur non impossibile.
Azionario o obbligazionario, come comportarsi al bivio?
Al netto dei rischi sopra evidenziati, riteniamo che la maggiore componente di valore risieda nel comparto obbligazionario difensivo. Anche se in assenza di shock politici o macroeconomici gli asset finanziari più rischiosi potrebbero continuare a trovare spazio per un ulteriore apprezzamento nel breve termine, l´aspettativa di una performance positiva di equity e high yield anche nella seconda metà dell´anno è al momento discutibile.
Da questo punto in poi, un miglioramento delle condizioni di accesso al credito potrebbe mitigare il quadro di rischio per il comparto azionario e potenzialmente aprire la strada ad uno scenario risk-on (rialzista). Tuttavia, il tema legato alla politica fiscale espansiva dell’amministrazione Trump resta una fonte di incertezza e potrebbe portare la Federal Reserve ad aumentare i tassi più del previsto e ciò ci spingerebbe automaticamente verso la fine del ciclo economico dove si inizierebbe ad intravedere una marcata correzione degli asset rischiosi.
In questo contesto, riteniamo che il posizionamento del Nordea 1 – Flexible Fixed Income Fund sia interessante, perché offre diversificazione rispetto a prodotti simili sul mercato (che in questa fase prediligono il credito), e perché con una duration intorno a 5 anni dovrebbe riuscire a performare bene durante una potenziale fase di sell-off azionario o comunque del credito high yield.
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