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Fondi sovrani, continua l’esposizione agli asset di rischio

5/20/2020 | Redazione Private

Durante la crisi da pandemia hanno utilizzato le loro posizioni cash per soddisfare le richieste di capitale da parte dei gestori di private equity. La ricerca di IFSWF e di State Street


L'International Forum of Sovereign Wealth Funds (IFSWF), network globale di fondi sovrani di quasi 40 paesi, e State Street Corporation, uno dei provider leader nel settore dei servizi finanziari, hanno pubblicato una nuova ricerca da cui emerge come i fondi sovrani, e più in generale gli investitori istituzionali, hanno reagito alla volatilità dei mercati finanziari causata dalla pandemia di Covid-19.

La ricerca, basata sull'ampio set di dati sui flussi di capitale degli investitori istituzionali in forma anonima e aggregata di State Street e alle interviste condotte con i membri dell'IFSWF, rivela che molti fondi sovrani e investitori istituzionali erano sovra-esposti sulla liquidità o sotto-esposti sull’azionario già prima di marzo 2020, quando l'impatto economico della pandemia è diventato più evidente.

Di conseguenza, i portafogli dei fondi sovrani si sono dimostrati più resilienti alle performance riportate dal mercato a marzo e aprile 2020 rispetto a quanto stimato in precedenza. Infatti, dalla ricerca condotta dall’IFSWF e da State Street, si evince che gli investitori istituzionali, compresi i fondi sovrani, non hanno mostrato una diffusa avversione al rischio durante le fasi di calo del mercato. Al contrario, la ricerca evidenzia che questi player hanno optato per un’assunzione selettiva del rischio– per esempio vendendo titoli obbligazionari per acquistare azioni – al fine di riequilibrare il proprio portafoglio e mantenere le loro allocation nelle diverse asset class.

Duncan Bonfield, chief executive di IFSWF, ha dichiarato: “La nostra ricerca suggerisce che, a differenza di quanto ampiamente ipotizzato, i fondi sovrani non hanno avviato vendite su larga scala per fornire liquidità ai governi, tanto che solo due dei dieci membri dell'IFSWF che hanno preso parte alla ricerca hanno dichiarato di aver ceduto i loro asset da inizio marzo. Al contrario, hanno utilizzato le loro posizioni cash per soddisfare le richieste di capitale da parte dei gestori di private equity e investire negli interessi a lungo termine dei loro clienti in un momento di grande incertezza”.

Neill Clark, responsabile di State Street Associates per l’area EMEA, ha affermato: “I risultati di questa ricerca derivano dal nostro campione di dati in forma anonima e aggregata, che rappresentano i flussi di capitale e il comportamento di un ampio gruppo di investitori istituzionali di tutto il mondo e mostrano come questi investitori di lungo periodo hanno mantenuto il loro approccio disciplinato durante la fase di volatilità del mercato di marzo e aprile 2020. In questo contesto l’avversione al rischio non è stata così diffusa come nelle crisi precedenti e ci sono segnali secondo cui in aprile c’è stata una stabilizzazione dei flussi di capitale aggregati tra le diverse asset class”.

Il report di ricerca completo, Pandemic, No Panic: Evidence from Institutional Investor Flows, è disponibile sul sito del IFSWF.

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