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Outlook 2021, mercati privati rafforzati dalla crisi

1/8/2021 | Daniele Riosa

Gli esperti di Amundi AM si focalizzano sulle previsioni sul mercato del private equty e del private debt


Il mercato del private equity sta inviando messaggi di difficile interpretazione perché le valutazioni sono scese relativamente poco, con un quadro analogo a quello del mercato dei titoli quotati dove non ci sono divergenze tra i settori, e con la crisi che acuisce il divario tra vincitori e perdenti. Stanislas Cuny, head of direct private equity di Amundi AM, spiega che “alcune società stanno andando bene, con flussi di cassa positivi; in alcuni casi stanno addirittura emergendo rafforzate dalla crisi rispetto ad altre società che stanno andando meno bene ma che potrebbero offrire buone opportunità in termini di prezzi d’ingresso”.

Nonostante le turbolenze, l’analista sottolinea che “il 2020 è stato un altro anno molto attivo per il settore del private equity sia a livello globale, sia in Europa. Il settore europeo del private equity ha raccolto circa 50 miliardi di euro nel primo semestre del 2020, in linea con la prima metà del 2019. Gli investimenti hanno dato prova di buona tenuta, con quasi 40 miliardi di euro impiegati e oltre 3.000 società finanziate, con più del 50% del denaro canalizzato nei settori IT, healthcare e biotech, evidenziando il ruolo chiave del private equity sul fronte dell’innovazione (il venture capital europeo ha registrato un semestre record, con gli investimenti che hanno quasi raggiunto i 13 miliardi di euro)".

Nei prossimi mesi l’esperto prevede “un'accelerazione dei consolidamenti societari in gran parte dei settori perché molte società non quotate emergeranno indebolite dalla crisi e con maggiori livelli di indebitamento. Le società dovranno rafforzare l’equity, e molte non riusciranno a trovare soluzioni di rifinanziamento attraverso le linee di credito bancarie. Molte piccole-medie imprese dovranno ricorrere ai finanziamenti privati e al private equity. L’equity strutturato può aiutare gli imprenditori a superare la crisi, e di solito questo è ciò che offrono i fondi di private equity utilizzando strategie di investimento con quote di minoranza, impiegando principalmente le azioni privilegiate”.

“Nel complesso, la performance dei fondi del private equity dovrebbe emergere rafforzata all’indomani della crisi da Covid-19; per chi è in grado di far fronte ad alcuni vincoli di liquidità questo è un momento propizio per investire nel private equity. Come evidenziato dai dati sulla raccolta, gli investitori a lungo termine come i fondi pensione o le compagnie assicurative hanno privilegiato questa classe di attivi e prevediamo che questo trend continuerà anche nel 2021 con il protrarsi della crisi”, conclude Cuny.

Sul fronte del private debt, Thierry Valliere, head of private debt di Amundi AM, rileva che “esistono ben 486 fondi, alla ricerca di 239 miliardi di capitale aggregato a livello mondiale. Tale stima è in linea con le intenzioni dei limited partner che indicano per questa classe di attivi una ulteriore crescita a medio termine, con un’allocazione attuale media del 2% rispetto a un obiettivo del 3-4%. I limited partner sono interessati al private debt perché fornisce una migliore diversificazione, flussi di reddito affidabili, elevati rendimenti aggiustati per il rischio e bassa volatilità”.

In un simile contesto dominato dall’incertezza provocata dalla crisi da Covid-19, “gli investitori apprezzano anche l’opzione incorporata offerta dal private debt rispetto al tradizionale credito liquido, ovvero la documentazione finanziaria stringente, la capacità di ristrutturare i prezzi o le condizioni, i tassi variabili, la possibilità di riappropriarsi dei beni tangibili, se necessario, e l’opzione di uscire alla pari”.

“Nel 2021 – prevede il gestore - entreremo in una nuova fase della crisi da Covid-19 per il debito privato e assisteremo a massicci interventi sui portafogli, con importanti ristrutturazioni. Per quanto riguarda l'attività di dealmaking, nei prossimi 1-18 mesi dovremmo veder fiorire molte opportunità per i fondi di private debt, con una minore concorrenza nel settore bancario ed enormi esigenze di finanziamento da parte degli emittenti. I bilanci delle banche sono stati fortemente sollecitati negli ultimi mesi con molti accantonamenti e un accresciuto costo del rischio che ha indotto le banche a un repricing della loro offerta di credito. Assisteremo probabilmente a un livello inferiore di sottoscrizione delle banche per le operazioni a media e larga capitalizzazione”.

Per quanto riguarda gli emittenti, “ci aspettiamo che la crisi causata dal Covid-19 crei opportunità a livello di fusioni/ acquisizioni e di consolidamenti. La crisi ha anche evidenziato la necessità di adeguare la maggior parte dei business model che richiederanno spese in conto capitale, ad es. la lunghezza e la complessità delle catene di fornitura o il sottoinvestimento digitale. Infine, il releveraging dei bilanci richiederà una riprogrammazione dell’indebitamento, dove il profilo bullet del debito privato potrebbe rivelarsi un fattore cruciale".

Secondo l’economista “oggi, il mercato del private debt è molto più esteso di quanto non fosse ai tempi della GCF e c’è molta dry powder. Vista l’abbondanza del capitale disponibile nella classe di attivi, sarà indispensabile essere fortemente selettivi per riuscire a beneficiare delle promesse del private debt. Ci aspettiamo uno spostamento dei flussi di capitali verso i beni rifugio, e quindi le persone investiranno in strategie più senior, più sicure e più garantite, e in forme di asset- based financing”.

“Questa crisi – conclude Valliere - sarà un test per alcuni limited partners e general partners (GP). Ci aspettiamo un aumento dei default europei in alcuni settori (ad esempio aereo, petrolio & gas, viaggi e tempo libero) e per tipologia di società (ad es. scarsa governance, PMI). Sarà fondamentale investire in modo diversificato sia a livello geografico, sia settoriale, e puntare sui titoli al vertice della struttura dei capitali, dove i rendimenti aggiustati per il rischio sono particolarmente interessanti”.

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