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Private equity, tutti i vantaggi del co-investimento

3/25/2022 | Daniele Riosa

David Maréchal (Pictet) spiega che "rappresenta un’opzione interessante e opportunistica per integrare un portafoglio diversificato"


Il mercato del private equity (PE) è in piena espansione. David Maréchal, deputy head of PE & co-head of Europe del gruppo Pictet, snocciola numeri significativi: “Le masse in gestione delle attività di PE a livello globale hanno raggiunto i 5.300 miliardi di dollari e, secondo Preqin, sono sulla buona strada per vedere più che raddoppiati i volumi a 11.100 miliardi di dollari entro il 2026.

“Per i suoi sostenitori - rileva il manager - il PE offre la prospettiva di rendimenti più elevati e benefici di diversificazione. I suoi detrattori, invece, sottolineano come tutto questo abbia un prezzo: commissioni elevate, scarsa trasparenza, lunghi ritardi prima che il denaro venga redistribuito e prima che gli investimenti inizino ad essere redditizi. Tuttavia c'è un'area del PE dove questi fattori non sono così rilevanti: i co-investimenti. Attraverso questa struttura, i fondi di private equity (noti come general partner o GP) offrono a investitori selezionati (limited partner o LP) l'opportunità di investire direttamente al loro fianco in una specifica operazione. Negli ultimi due decenni, i fondi di co-investimento hanno raccolto oltre 175 miliardi di dollari e ci aspettiamo che continuino a crescere di pari passo con l’espansione del PE”.

“Per i GP - sottolinea l’esperto - il principale vantaggio del co-investimento è la capacità di investire quote maggiori in aziende che considerano interessanti: spesso, infatti, i GP sono spesso soggetti a limiti di concentrazione che riducono l’ammontare dei capitali che possono essere investiti in una singola azienda. Per gli LP uno dei vantaggi chiave del co-investimento è l'accesso diretto a società private di alta qualità. Piuttosto che investire in centinaia di aziende attraverso un veicolo di fondi di fondi, una strategia di co-investimento è molto più focalizzata (tipicamente in 25-30 aziende), pur mantenendo un'adeguata diversificazione tra GP, paesi e settori. Un altro vantaggio è il fatto che i co-investimenti sono investiti molto più rapidamente (di solito in due o tre anni) rispetto ai tradizionali fondi di fondi PE, che possono richiedere sei o sette anni per raggiungere l'investimento completo. Un impiego dei fondi più rapido può aiutare a mitigare il problema rappresentato dalla curva a J, o la tendenza degli investimenti in PE a generare perdite di capitale nei primi anni prima di generare profitti”.

“Questo aspetto - precisa l’analista - è confermato dall’esperienza trentennale di co-investimenti del Gruppo Pictet. Infine, il rendimento netto è favorito dal fatto che i GP offrono in genere co-investimenti esenti dalle consuete commissioni di gestione (1,5-2,0%) e di performance (20%) e questo aspetto è significativo in una asset class nota per le sue commissioni elevate. Tuttavia le opportunità di co-investimento più interessanti non sono sempre facilmente accessibili. I GP tendono coinvolgere nelle operazioni solo i loro partner più fidati. Gli LP, d’altro canto, hanno bisogno di molta esperienza e competenza per valutare le operazioni e svolgere le due diligence. Per la maggior parte degli investitori, quindi, questa strada è effettivamente preclusa, a meno che non optino per un fondo di co-investimento”.

Inoltre “i fondi di co-investimento sono gestiti da gestori che hanno stretti rapporti con i GP e sfruttano queste relazioni per identificare operazioni che, poi, esaminano a fondo con l'aiuto di specialisti del settore prima di includere le migliori in un portafoglio di co-investimento per i clienti. Gli investitori finali possono così accedere a investimenti di elevata qualità a commissioni complessivamente contenute e con tempi di investimento più brevi rispetto a un fondo di fondi PE. Selezionare le opportunità Si tratta chiaramente di un approccio opportunistico bottom-up, ma la ricchezza di opportunità aiuta la diversificazione di portafoglio tra regioni e settori. Dal punto di vista geografico, le opportunità più interessanti si trovano in Nord America, Europa e, in misura minore ma crescente, in Asia, in particolare in Cina, mentre i settori che offrono il maggior potenziale sono, a nostro avviso, i servizi, i beni di consumo, l’healthcare e la tecnologia”.

L’esperto spiega che “prediligiamo società a bassa intensità di capitale, che sono più agili delle aziende che richiedono elevati investimenti. Anche la selezione di aziende leader di mercato che godono del potere di determinazione dei prezzi è una considerazione importante, in particolare nell'attuale contesto di aumento dell'inflazione. È inoltre importante diversificare tra diversi tipi di strategie di PE, bilanciando le operazioni di buyout meno rischiose (aziende mature con flussi di cassa positivi, spesso leader nei propri settori id riferimento) con alcuni investimenti growth e venture (che si rivolgono ad aziende più giovani, i cui prodotti non sono ancora riconosciuti dal mercato)”.

“Nel complesso - conclude Maréchal - riteniamo che il co-investimento rappresenti un’opzione interessante e opportunistica per integrare un portafoglio diversificato, accanto ad altri investimenti di private equity”.

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