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Mercato M&A, i deal tornano ai livelli pre-pandemia

6/1/2022 | Redazione Private

Secondo il report di BDO, le previsioni indicano la prosecuzione di una vivace attività di fusioni e acquisizioni nei prossimi mesi


BDO, una delle principali organizzazioni internazionali di revisione e di consulenza aziendale in Italia e nel mondo, ha pubblicato il report periodico Horizons relativo all’andamento delle operazioni M&A nel mid-market a livello globale nel corso del primo trimestre 2022.

Lo scenario globale

Dopo la notevole ripresa dell’attività di fusioni e acquisizioni registrata nei 15 mesi successivi all’inizio della diffusione del Covid-19, le transazioni sembrano ora essersi stabilizzate sui livelli pre-pandemici. Nel primo trimestre dell’anno si sono infatti registrate circa 2.000 operazioni M&A a livello globale, per un controvalore totale attorno ai 200 miliardi di dollari. Nel periodo considerato, il private equity ha continuato a garantire una forte spinta alle operazioni, rimanendo ben sopra ai valori pre-Covid e arrivando a rappresentare un terzo del totale sia del numero che del valore delle transazioni.

Questo trend riflette la notevole liquidità non investita ancora presente nei fondi e la crescita del settore, che è prevista continuare anche nei prossimi trimestri. Osservando i diversi settori, i primi tre mesi dell’anno hanno evidenziato una vivace attività M&A nel TMT (Telecommunication, Media & Technology), che ha registrato un aumento di quasi il 20% nel numero di deal rispetto al trimestre precedente, arrivando vicino al record assoluto del comparto. Lo studio ha anche sottolineato il buon livello di M&A nel Pharma, Medical e Biotech e la progressiva ripresa del settore Leisure dopo il forte impatto causato dalla pandemia. All’opposto, il settore Industrial & Chemicals ha registrato una contrazione dell’attività di oltre il 20%, rappresentando solo il 17,5% del totale delle transazioni.

 A livello geografico, circa la metà delle regioni oggetto dell’analisi hanno evidenziato un aumento dell’M&A, mentre l’altra metà ha accusato una diminuzione. Ai due estremi, si trovano il Nord America, con un progresso del 18% e la Cina, con un calo del 45% su base trimestrale, in quest’ultimo caso dovuto anche al ritorno della diffusione del Covid-19 e delle misure di lockdown introdotte per il suo contenimento. Le previsioni per il prosieguo del 2022 per le operazioni di fusione e acquisizione rimangono positive, grazie all’ampia disponibilità di liquidità nel settore private equity e capital market e da un debito relativamente poco costoso. Non bisogna però sottovalutare le possibili conseguenze del conflitto in Ucraina, soprattutto per quanto riguarda la crescita dell’inflazione, spinta dall’aumento dei prezzi dell’energia, delle materie prime e dei generi alimentari.

La situazione nel Sud Europa e in Italia: nel primo trimestre 2022 cresce del 14% il numero delle operazioni Il primo trimestre del 2022 ha fatto registrare nel Sud Europa un aumento del 14% del numero di deal nel mid-market rispetto ai tre mesi precedenti; tuttavia, il valore totale, pari a 15,4 miliardi di dollari, è stato dell’8% più basso rispetto al Q4 2021. Durante il periodo in esame l’attività di private equity è ulteriormente cresciuta, arrivando a rappresentare una quota del 40% del totale delle transazioni.

L’analisi settoriale conferma il comparto TMT come il più attivo nel Sud Europa primi tre mesi dell’anno con 50 deal (rispetto ai 38 del quarto trimestre 2021). In ripresa anche le operazioni nel comparto Leisure, che passa da 8 deal degli ultimi tre mesi dello scorso anno ai 15 del Q1 2022. Una contrazione delle operazioni si è invece verificata nei comparti Consumer e Industrial & Chemicals. Quest’ultimo rimane comunque nella top 3 dei settori più attivi, rappresentando, insieme a TMT e Energy, Mining & Utilities, il 62% del totale dei deal conclusi fra gennaio e marzo. Le dieci maggiori operazioni M&A nel mid-market nel primo trimestre del 2022 hanno raggiunto un valore di 4,1 miliardi di dollari pari al 26% del valore totale delle transazioni nel periodo.

Il maggiore deal della regione ha riguardato l’acquisizione della Association of Certified Anti-Money Laundering Specialists da parte dei francesi di Wendel SA per 500 milioni di dollari, mentre il secondo posto è relativo alla start up fintech italiana Scalapay, che è diventato il primo “unicorno” italiano con una valutazione superiore al miliardo di dollari, dopo l’ultimo round di finanziamento Series B di 497 milioni di dollari. Il podio è completato dall’acquisizione, da parte del fondo italiano di investimenti alternativi Green Arrow Capital SGR, di un portafoglio di impianti per la produzione di energia solare in Spagna, valutato 452 milioni di euro. Le previsioni elaborate da BDO per i prossimi mesi indicano infine che nel Sud Europa continuerà ad essere sostenuta, soprattutto nei settori Industrial & Chemicals, Consumer e TMT.

Stefano Variano (in foto), partner advisory di BDO Italia, ha commentato: “Nonostante la situazione di incertezza per l’instabilità geo-politica internazionale e le conseguenze pressioni inflazionistiche, la disponibilità di liquidità e l’attività di private equity dovrebbero continuare a supportare lo sviluppo delle operazioni di M&A nei prossimi trimestri. I principali player proseguiranno la loro ricerca sul mercato di capability per loro strategiche, soprattutto nel campo del digitale e delle nuove tecnologie. Inoltre, si continuerà a porre attenzione alle tematiche ESG, che rimarranno uno degli elementi fondamentali in base ai quali valutare le aziende più attrattive.”

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